Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che da questa mattina sono stati sospesi i bombardamenti per consentire l'evacuazione dei civili dalle città di Cherhiv, Sumy, Kharkiv, Mariupol e dalla capitale Kiev. La tregua dovrebbe protrarsi fino alle 21, ora locale.
La Reuters ha confermato che l'evacuazione dei civili da Sumy, nel nord-est dell'Ucraina, è in corso, con gli sfollati che si dirigeranno a sud in direzione di Poltava, distante 175 km. Secondo quanto dichiarato dal vice primo ministro ucraino, Irina Vereshchuk, da Sumy potranno essere evacuati i numerosi studenti esteri, intrappolati dai combattimenti, provenienti da India, Cina e da altri paesi.
Anche da Irpin, sobborgo a nord ovest di Kiev investito da alcuni giorni dai continui bombardamenti dell'artiglieria russa, è iniziata l'evacuazione delle persone che si stanno dirigendo a Kiev, che dista una ventina di chilometri.
Al contrario, le forze russe starebbero bombardando la via di evacuazione da Mariupol a Zaporizhzhia. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko.
Secondo le ultime dichiarazioni dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, oggi ha raggiunto i due milioni il numero di ucraini che ha abbandonato il Paese, raggiungendo per più della metà la Polonia che adesso ha iniziato a chiedere maggiore sostegno economico all'Ue per garantire l'accoglienza.
L'ultimo aggiornamento fornito dall'esercito ucraino sul bilancio della guerra, porta a 12mila il numero di soldati russi deceduti dal 24 febbraio, mentre sono stati distrutti 1.036 mezzi corazzati per il trasporto di militari, 474 veicoli, 303 carri armati, 120 sistemi di artiglieria, 60 autocisterne, 56 sistemi di lancio multiplo di razzi, 80 elicotteri, 48 aerei, 27 postazioni antiaerea, 7 droni e 3 imbarcazioni.
La guerra si combatte anche con la propaganda e, da ex attore, il presidente ucraino Zelensky da questo lato non ha bisogno di insegnamenti.
Nell'ultimo messaggio inviato ieri sera, Zelensky ha confermato di essere a Kiev insieme ai suoi ministri, e di continuare a lavorare nell'ufficio in cui si è insediato dopo essere stato eletto.
"Quasi tre anni fa, appena si sono svolte le elezioni, siamo entrati in questo edificio, in questo ufficio, e abbiamo subito iniziato a pianificare il nostro trasloco. Ho sognato di trasferirmi da Bankova. Insieme a governo e parlamento. Lasciare il centro di Kiev e in generale - trasferirci in un ufficio moderno e trasparente - come si conviene a un paese europeo progressista e democratico. Adesso dirò una cosa: rimango qui. Rimango a Kiev. In via Bankova. Non mi nascondo. E non ho paura di nessuno".
Anche la Russia porta avanti la sua guerra di propaganda. Lo fa sul campo con l'FSB (l'FBI russa) che utilizza dei gruppi tattici nelle aree in cui si combatte per intimidire e diffondere il terrore tra i civili in modo da schiacciare la resistenza ucraina e lo fa con l'appello di Yanukovich, l'ex presidente ucraino fuggito in Russia nel 2014, che si rivolge a Zelensky esortandolo a "vincere il proprio orgoglio" e a fermare la guerra ad ogni costo, con una lettera pubblicata sui media russi.
Inoltre, dato che è un argomento che in passato ha avuto un ottimo successo per giustificare altri massacri, la Russia adesso ha iniziato ad accusare l'Ucraina di aver da tempo iniziato in gran segreto a lavorare per allestire un proprio arsenale nucleare.
La Russia, terrorizzata dalla possibilità di sanzioni che impediscano le esportazioni del suo petrolio verso l'Europa, tramite il vice primo ministro Alexander Novak, ha minacciato di interrompere la fornitura di gas, a partire dal Nord Stream, il gasdotto che rifornisce la Germania. La dipendenza dell'Ue dalle fonti energetiche russe è di circa il 40% per quanto riguarda il gas e di circa il 30% per quanto riguarda il petrolio.
Nel frattempo, la Shell ha dichiarato che interromperò l'0acquisto di petrolio dalla Russia e terminerà, "gradualmente", le sue attività in quel Paese.
L'Università di Yale ha pubblicato una lista (in aggiornamento) con tutte le grandi aziende che hanno interrotto le loro attività in Russia, insieme a quella delle multinazionali che ancora non lo hanno fatto, tra cui Coca-Cola, Pepsi, McDonald's, Nestle...
Aggiornamento delle ore 21.
Le dichiarazioni odierne di Zelensky, che aveva ipotizzato quella che poteva essere interpretata come la possibilità di assegnare alla Crimea e alle due autonominatesi repubbliche del Donbass una sorta di statuto speciale per trovare un accordo con la Russia, erano state interpretate da molti come quasi l'inizio della resa. Più tardi parlando alla Camera dei Comuni, accolto da una standing ovation dei parlamentari del Regno Unito, il presidente ucraino ha ribadito che il suo Paese non si arrenderà mai ai russi.
Lo ha detto chiaramente, dopo aver ricordato - citando Shakespeare - che l'Ucraina tra essere e non essere ha scelto di continuare ad essere, facendo riferimento ad un famoso discorso discorso di Churchill del 1940:
"L'Ucraina combatterà fino alla fine. Non ci arrenderemo e non perderemo. Combatteremo fino alla fine nel mare, nel cielo, continueremo a combattere per la nostra terra, a qualunque costo. Combatteremo nelle foreste, nei campi, sulle rive, nelle strade".
E per farlo Zelensky ha ribadito che è necessario l'aiuto dell'occidente, non solo con le sanzioni, ma anche con una no fly zone che impedisca ai russi di utilizzare i propri aerei per continuare la strage di civili... e di bambini.
Difficile che la Nato dia seguito alla richiesta di Zelensky, ma intanto la Polonia parrebbe aver deciso di assecondare la richiesta degli Usa, mettendo a disposizione, "immediatamente e gratuitamente", tutti i suoi caccia MIG-29 che saranno consegnati alla base aerea di Ramstein in Germania, ricevendo in cambio "velivoli usati con corrispondenti capacità operative". Il governo polacco chiede anche ad altri alleati della Nato che utilizzino MIG-29 di fare altrettanto. I MIG-29 saranno poi destinati all'aviazione ucraina i cui piloti sono già addestrati su quel tipo di aerei. Quasi sicuramente la Russia non accetterà di buon grado tale notizia, che, comunque, incontra parzialmente le richieste di Zelensky.
Mentre l'Europa ha preparto un piano per essere quasi indipendente dalle fonti energetiche russe entro la fine dell'anno, gli Stati Uniti, grazie alla loro produzione interna e alla quantità relativamente piccola di importazioni dalla Russia hanno annunciato di sospendere le importazioni di petrolio e gas da quel Paese. Pertanto:
- i nuovi contratti per l'acquisto di petrolio greggio russo e di alcuni prodotti petroliferi, gas naturale liquefatto (GNL) e carbone saranno annullati con effetto immediato.
- I contratti in essere dovranno terminare entro 45 giorni.
- Alle società e agli investitori statunitensi sarà vietato fare investimenti nel settore energetico russo.
- Anche gli americani non potranno partecipare agli investimenti esteri nell'energia russa.
Anche la Gran Bretagna si affrancherà dalla dipendenza dalle fonti energetiche russe, anche se i tempi sembrano più essere orientati a nquelli europei.
E le sanzioni iniziano a farsi sentire anche per i russi all'interno del Paese. Il rublo non vale più nulla all'estero e i prezzi di alcuni prodotti iniziano a salire vertiginosamente, mentre di altri si inizia ad applicare il razionamento. Inoltre, progressivamente, tutto quello che era disponibile fino a poco tempo fa... sta scomparendo quasi di botto. Streaming internet, vestiti, prodotti hi tech, prodotti di lusso... tutti i grandi marchi hanno abbandonato e stanno abbandonando la Russia. Stamani la catena McDonald's era indicata tra quelle che ancora resistevano... oggi è arrivata la notizia che ha deciso di chiudere i suoi negozi. Da considerare che la chiusura di queste attività farà sì che decine di migliaia di persone non avranno più un lavoro che si aggiungeranno ad altre decine di migliaia relative alle aziende che a queste offrivano servizi.
Sul fronte dei corridoi umanitari, c'è da registrare che è stato possibile far evacuare delle persone da Irpin e Sumy, mentre a Mariupol, dove la situazione umanitaria è definita catastrofica, neppure martedì si è riusciti a farlo.