Avvicendamento ai vertici del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera
Oggi, venerdì 23 luglio, nel piazzale interno del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera, si è tenuta la cerimonia del passaggio di consegne al vertice del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, tra l'Ammiraglio Ispettore Capo Giovanni Pettorino, che lascia per raggiunti limiti di età, e l'Ammiraglio Ispettore Capo Nicola Carlone, che assume l’incarico dopo aver rivestito quello di Direttore Marittimo della Liguria.
Le Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, Corpo della Marina Militare, hanno svolto nel triennio del mandato di vertice in scadenza compiti numerosi e delicati, svolti alle dipendenze funzionali dei Ministeri delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, della Transizione ecologica, delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Si tratta di un Corpo dalla lunga storia che parte dal 20 luglio 1865 e che si pone come punto di riferimento imprescindibile per tutta l’utenza del mare, nel saper coniugare, sempre, sicurezza e umanità.
Attraverso un’organizzazione efficiente e capillare, in questi anni difficili di emergenza pandemica, la Guardia Costiera ha garantito l’efficienza e la continuità di tutti gli approvvigionamenti via mare dei beni essenziali, la sicurezza e la regolarità dei trasporti marittimi, mai interrotti.
All'evento hanno preso parte il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli e quello della Marina Militare Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone, i quali hanno voluto esprimere il loro sentito apprezzamento per gli eccellenti risultati raggiunti dal Corpo alla guida dell’Ammiraglio Pettorino e piena fiducia nelle competenze e nella lunga esperienza, in particolare sugli scenari internazionali, dell’Ammiraglio Carlone. Tra le numerose autorità presenti alla cerimonia, anche i Vertici delle altre Forze Armate, delle Forze di Polizia e degli altri Corpi dello Stato.
Dopo la consueta rassegna dei reparti, schierati per l’occasione in grande uniforme, il trasferimento di incarico è stato suggellato dalla rituale formula di riconoscimento pronunciata dall'Ammiraglio Pettorino.
Nel suo intervento di commiato, Pettorino ha ripercorso il suo lungo periodo alla guida del Corpo sottolineando la fiducia che gli italiani hanno recentemente manifestato verso la Guardia Costiera: “Fiducia che le Capitanerie di porto hanno saputo costruire e meritare in questi 156 anni della loro storia; una conferma dell’apprezzamento che il nostro lavoro riscuote tra la gente, conquistata sul campo nei 288 presidi sul territorio”.
Rivolgendosi al suo successore, l’Ammiraglio Pettorino ha riconosciuto l’amore per il Corpo e per “la sua risorsa più preziosa: i suoi uomini e le sue donne” che anche nei momenti più complicati – ha concluso Pettorino – hanno consentito di tenere il timone e la barra al centro:“con quella saldezza d’animo e quella generosità che ogni giorno mettete a disposizione del nostro Paese, con disciplina e onore.”
Uno dei momenti più suggestivi della cerimonia è stato l'ammaina del vessillo dell'Ammiraglio Pettorino mentre subito dopo è stato issato quello dell'Ammiraglio Carlone, quale ideale passaggio di testimone.
Nella sua allocuzione, l’Ammiraglio Carlone ha ringraziato le istituzioni presenti, sentendosi onorato della loro fiducia e considerazione, nonché le altre autorità militari e civili, a testimoniare un’autentica vicinanza al Corpo:
“Vicinanza che mi dà la forza per assumere al meglio il mio incarico e le conseguenti responsabilità. Ringrazio i comandanti generali che mi hanno preceduto e che mi hanno testimoniato affetto e vicinanza. Assicuro che il mio impegno sarà rivolto, nella continuità, a rafforzare il ruolo del Corpo nel Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, dal quale dipendiamo, non solo per funzioni, ma anche in virtù di un solido vincolo di bilancio, a sostegno di quella marittimità che, senza retorica, rappresenta oggi, più che mai, una delle risorse più preziose del Paese e della sua economia.”