Dopo il calo di contagi da Covid registrato tra novembre e dicembre, il numero di nuovi casi nel Regno Unito è ripreso a crescere più di quanto si era visto a novembre. Di pari passo anche il numero di decessi, che il 22 dicembre ha praticamente eguagliato quello più alto di questa seconda ondata di contagi, registrato esattamente un mese fa.

L'attuale situazione Covid in Gran Bretagna, soprattutto a Londra e dintorni, è causata da una mutazione del SARS-CoV-2 che ha reso il virus più contagioso... il 70% in più rispetto a prima. Che questa variante sia più o meno letale in sé è un particolare di non poco conto che non è ancora stato del tutto chiarito, ma è comunque evidente che, almeno indirettamente, più letale lo è comunque visto che, aumentando il numero di contagi, inevitabilmente, finirà anche per aumentare il numero di decessi.

Per questo, non appena che i pericoli di questa mutazione sono stati riconosciuti come reali, in Europa è scattato un cordone sanitario nei confronti del Regno Unito che ha finito per creare non pochi problemi alle frontiere, sia sull'isola che sul continente, con il traffico delle merci completamente bloccato da un'ora all'altra con camion e camionisti intrappolati in interminabili code, fermi sulle strade senza viveri, acqua, servizi igienici...

L'Italia, con il ministro Speranza, il 20 dicembre ha firmato una nuova ordinanza per bloccare i voli in partenza dalla Gran Bretagna, vietando l'ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni vi è transitato, disponendo comunque test e isolamento per far rientrare coloro che fossero rimasti bloccati dopo le nuove disposizioni che per il momento rimangono in vigore fino al 6 gennaio.

Il blocco della Francia agli ingressi dal Regno Unito, come accennato in precedenza, ha però creato seri problemi ai camionisti francesi che volevano rientrare nel proprio Paese e si sono ritrovati bloccati a Dover. Per risolvere la situazione che interessa circa 4mila mezzi e altrettanti conducenti, Parigi ha disposto il loro rientro purché risultino negativi al tampone, e che questo sia stato fatto non più di 72 ore prima dall'ingresso in Francia.

Pertanto, è corsa ai tamponi con i sanitari e i militari chiamati ad effettuarli nei pressi dei punti di transito doganali con la Francia, in tutto il Kent, e con i primi tafferugli provocati dall'esasperazione di chi è ormai stremato dall'esser stato costretto ad affrontare senza mezzi e supporto una situazione imprevista e sicuramente difficile, a cui si è aggiunta anche la volgia di voler passare il Natale a casa insieme ai propri cari.