In seguito ad un fuggi fuggi generale, la cui causa non è stata chiarita, almeno 35 persone sono rimaste uccise durante i funerali del generale Soleimani che si sono celebrati martedì a Kerman, sua città natale. 

Lo ha confermato la televisione di Stato iraniana che, insieme al numero delle vittime, ha indicato anche quello dei feriti, ben 48. 

Nelle prime immagini dell'accaduto, tramite video pubblicati online, molte persone sono a terra, apparentemente prive di vita, mentre altre cercano di prestare i primi soccorsi. Al momento non è ancora stata indicata la causa che ha innescato la tragedia.

Soleimani verrà seppellito oggi a fianco di Enayatollah Talebizadeh e Mohammad Hossein Yousef Elahi, due ex appartenenti al Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, rimasti uccisi in un'operazione militare che impedì all'Iraq l'accesso al Golfo Persico, decretando la fine della guerra che negli anni anni '80 vide fronteggiarsi, appunto, Iran e Iraq, con la morte di 1 milione di persone.


Per quanto riguarda le conseguenze dell'uccisione di Soleimani, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Tasnim, l'Iran avrebbe pianificato 13 possibili azioni di ritorsione nei confronti degli Stati Uniti. Citando quanto dichiarato da Ali Shamkhani, segretario del Supremo Consiglio di Sicurezza Nazionale dell'Iran, anche se venisse attuato il meno devastante tra i piani selezionati, per gli Stati Uniti sarebbe comunque un "incubo storico". 

Shamkhani ha poi aggiunto che "se le truppe americane non lasceranno la nostra regione volontariamente e in posizione verticale, faremo qualcosa per farli uscire in posizione orizzontale".

Nel frattempo, il Parlamento iraniano ha approvato un disegno di legge che definisce gli americani implicati nell'omicidio di Soleimani, compresi i vertici del Pentagono, come "terroristi", soggetti pertanto alle sanzioni iraniane. Una misura che rispecchia una decisione presa ad aprile dal presidente Donald Trump, in cui si dichiara che la Guardia Rivoluzionaria è una "organizzazione terroristica".

Nella stessa occasione sono stati aumentati i finanziamenti per la Forza Quds, di cui Soleimani era il comandante, con lo stanziamento di ulteriori 200 milioni di euro.


Martedì, il ministro degli Esteri iraniano Zarif ha reso noto che gli Stati Uniti hanno rifiutato di rilasciargli un visto per recarsi a New York e partecipare ai prossimi incontri alle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti, come ospiti del quartier generale delle Nazioni Unite, dovrebbero poter consentire l'ingresso nel Paese a qualsiasi rappresentante di un'altra nazione che intenda partecipare ai lavori dell'Onu.

Secondo Zarif, la decisione sarebbe stata presa perché l'amministrazione Trump teme che possa essere detta la verità agli americani, "ma si sbagliano - ha detto il ministro iraniano. - Il mondo non è limitato a New York. Puoi parlare con gli americani anche da Teheran e noi lo faremo".