Erano 12mila in piazza a Torino per chieder conto a Stellantis del futuro di Mirafiori
"Noi oggi incrociamo le braccia con la città di Torino. Vogliamo una trattativa vera e la vogliamo a palazzo Chigi perché vogliamo che si smetta di fare le schermaglie sulle televisioni. Noi vogliamo contrattare con Tavares un piano progettuale e produttivo per gli stabilimenti italiani per garantire l'occupazione non solo di quelli che sono in fabbrica ma anche dei giovani. Sono più di dieci anni che i lavoratori di Mirafiori sono in cassa integrazione e non si fanno assunzioni, escono lavoratori e non entrano giovani. Si sta riducendo sempre più la capacità produttiva a Torino, qui si devono progettare e produrre 200.000 auto perché questo ha effetti sull'indotto".
Questa la dichiarazione del segretario generale della Fiom, Michele de Palma, a commento dello sciopero/manifestazione di Torino che i sindacati hanno organizzato per chieder conto a Stellantis del destino di Mirafiori.
Le risposte che i sindacati pretendono dall'a.d. Tavares sono quelle che da tempo avrebbero già dovuto avere la premier Meloni e il ministro Urso, che invece si accontentano delle vaghe rassicurazioni del gruppo automobilistico che nel frattempo ha annunciato la produzione di nuove vetture... in Polonia!
E che i posti di lavoro nel settore automobilistico, adesso sempre più ridotti e che una volta facevano da traino all'economia piemontese, siano sempre più un problema, lo dimostra che alla manifestazione odierna ha partecipato anche Alessandro Svaluto Ferro, in rappresentanza dell'arcidiocesi di Torino quale direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro:
"La manifestazione di questa mattina - ha detto - contribuisce a riaccendere l'attenzione di tutta la città sul tema del lavoro in generale, partendo dalla vicenda Stellantis. Viviamo una crisi che riguarda non solo i lavoratori e le lavoratrici di Stellantis, ma tutta la città e la grande partecipazione di questa mattina rappresenta una presa di consapevolezza importante, perché ha mostrato il coinvolgimento di tutto il territorio, compresa naturalmente la Chiesa torinese. Dobbiamo partire da questa mattinata per ricostruire un dialogo fruttuoso con Stellantis, perché il rapporto con l'industria e il mondo dell'automotive in particolare è strategico per la nostra città. Non possiamo fare a meno di ragionare attorno al futuro di Mirafiori, al fatto che rimane uno stabilimento chiave produttivo per il settore automotive italiano ed europeo. Servono risposte certe, concrete. Non possiamo più attendere, siamo preoccupati, anche perché di attendismo si può anche morire".
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