Al Teatro Arcobaleno dal 2 al 10 aprile (venerdì e sabato ore 21,00 – domenica ore 17,30) andrà in scena CÀSINA o le allegre comari di Tito Maccio Plauto (255-184 a.C circa), con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini, per la regia di Carlo Emilio Lerici. Il cast di provata bravura vede Anna Teresa Rossini, Valentina Martino Ghiglia e Susy Sergiacomo nei ruoli delle tre astute comari, Roberto Tesconi, Fabrizio Bordignon nei ruoli dei due servi litigiosi e Giuseppe Cattani nel ruolo dell’amico condiscendente.

Càsina è nota anche come "La ragazza dal profumo di cannella". Scritta dopo lo scandalo dei Baccanali del 186 a. C., “CÀSINA” è l‘ultima commedia del commediografo latino, che morirà due anni dopo.

Plauto è considerato, a ragione, uno dei più prolifici e importanti autori dell'antichità latina, l'autore teatrale che più influenzò il teatro occidentale e l’esponente di punta di quel genere teatrale ideato da quell'innovatore della letteratura latina che fu Livio Andronico, cioè della palliata, commedia latina di argomento greco.

La trama racconta di Lisidamo e di sua moglie Cleostrata che accolgono in casa una trovatella, Casina. Quando questa giunge in età da marito, Lisidamo e suo figlio Eutinico si innamorano entrambi della fanciulla. Con lo scopo di renderla loro amante, tentano di accasarla: Lisidamo vuole darla in sposa al suo fattore Olimpione, suo figlio Eutinico, invece, allo scudiero Calino. Lisidamo per liberarsi del figlio lo manda soldato all’estero, ma Cleostrata prende le parti dello scudiero a favore del figlio.

Dopo molte discussioni i coniugi decidono di estrarre a sorte chi sarà il marito della schiava... “Le allegre comari di Plauto” sarebbe forse titolo più adatto a raccontare questo nuovo allestimento della celebre commedia intitolata CÀSINA, della cui protagonista si sente solo parlare poiché non appare mai in scena. E il richiamo a Shakespeare non è casuale, vista l’evidente simmetria tra la vicenda plautina e la commedia di Falstaff.

La CÀSINA è l’ultimo progetto al quale Antonio Salines si è dedicato prima della sua improvvisa scomparsa, avvenuta lo scorso 22 giugno. Per onorare il lavoro da lui iniziato, il suo caro amico Mariano Rigillo, straordinario interprete del Teatro italiano, si è reso disponibile ad interpretare il ruolo del protagonista Lisidamo, originariamente destinato a Salines e a farlo proprio. I costumi, a suggerire un’immagine che idealmente unisce le due epoche, sono di Annalisa Di Piero. Le musiche sono firmate da Francesco Verdinelli. Lo spettacolo è ovviamente dedicato ad Antonio Salines, fondatore e direttore artistico del Teatro Belli, con la certezza che qualcosa di lui vivrà sul palcoscenico in questo allestimento.