Proseguono le proteste in Iran per la morte di Mahsa Amini. Stiamo assistendo ad un nuovo 1979?
La storia spesso si ripete, non in fotocopia, ma si ripete. Quindi, se in Italia sarà un presidente della Repubblica invece di un re a dare l'incarico ad un'erede di Mussolini, perché non dovremo credere che in Iran, oggi, non si ripeta quanto già accaduto nel 1979?
Sono ormai settimane che nel Paese degli ayatollah va avanti la protesta per la morte di Mahsa Amini, morta dopo esser stata arrestata dalla polizia "morale" per non aver indossato correttamente il velo islamico.
Una protesta che è stata e continua ad essere alimentata dagli studenti in tutto il Paese e che non sembra avere intenzione di arrestarsi neppure a seguito della repressione messa in atto dalle forze dell'ordine che finora avrebbero ucciso almeno 185 persone, di cui 19 minorenni, mentre sono centinaia i feriti e migliaia gli arresti. Il governo iraniano, che accusa Stati Uniti e Israele come promotori e organizzatori della rivolta in atto, afferma che più di 20 agenti delle forze di sicurezza sarebbero rimasti uccisi durante i disordini.
Disordini che nel settentrione curdo, zona da cui proveniva Amini, hanno assunto la forma di un vero e proprio scontro militare tra l'esercito iraniano e la minoranza locale, con il primo che spara sulle abitazioni e l'altra che assalta e distrugge le sedi che rappresentano le istituzioni di Teheran.
Ma non solo. Secondo fonti e testimonianze video che si rincorrono sui social, adesso la protesta si starebbe allargando anche ai lavoratori delle raffinerie di petrolio di Abadan e Kangan e a quelli dell'impianto petrolchimico di Bushehr.
Nel 1979, il regime autocratico di Reza Pahlavi venne spazzato via da una protesta che, partita dagli studenti, progressivamente si allargò a gran parte della società iraniana, fino a consigliare allo scià di abbandonare il Paese quando l'esercito, dopo una prima cruenta ma inutile repressione, lentamente cominciò a rifiutarsi di uccidere i propri concittadini che, sempre di più, scendevano nelle piazze per porre fine al regime.
È vero, il risultato di quella rivoluzione produsse l'instaurazione di un regime addirittura più repressivo del precedente... ma perché non sperare che stavolta sia la volta buona?