La vicenda di Giulia: tre voci 'contro' nel mare delle litanie vetero femministe
La morte di Giulia Cecchettin ha rinfocolato la presenza, che ormai appariva sbiadita e sempre più insensata, di quel vetero femminismo che, sulle note della paccottiglia ideologica promossa da certa Sinistra, ha trovato modo di esprimersi attaccando senza pudore il mondo del cosiddetto 'patriarcato', arrivando a riproporre la figura del 'maschio tossico bianco'.
Ho così deciso di pubblicare i pensieri di tre giornalisti, un uomo e due donne.
L'uomo sono io (!!!), ebbene sì, per una volta ho deciso di autocitarmi, mentre le due donne sono Cristina Gauri e Francesca Totolo.
Andiamo con ordine, ecco le citazioni...
1) Per combattere la violenza non bisogna combattere il 'patriarcato'. All'opposto, bisogna esaltarne i valori, il senso e l'importanza della famiglia, il ruolo di 'pater' dell'uomo e di 'mater' della donna. Ed evitare di cadere nel modernismo da quattro soldi del mondo 'liquido' e prono all'accoglienza di etnie che la violenza sulla donna la praticano quotidianamente. (Massimiliano Bordignon)
2) I Filippo Turetta si eradicano con più esempi maschili virili, centrati e presenti a se stessi, in pratica con più patriarcato, non con il rieducatore di Stato al 99% di estrazione sinistroide che con la scusa della "educazione affettiva" parla di masturbazione, cambio sesso e non binarismo ai ragazzini. (Cristina Gauri)
3) Se un ragazzo “bianco, italiano ed etero” ammazza una ragazza, la responsabilità è di tutti gli uomini italiani. Se uno straniero sgozza o/e stupra una ragazza, magari facendola a pezzi, non bisogna generalizzare. (Francesca Totolo)
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