Fa discutere l'annuncio del Ministro della Difesa Trenta sul ritiro del contingente italiano dall'Afghanistan, soprattutto per il fatto che il Ministro degli Esteri non ne sia stato informato. Organizzare il ritiro di un contingente dal teatro operativo non è certo una cosa semplice ma che pone anche parecchi problemi di tipo organizzativo e di sicurezza.

Il Generale Marco Bertolini, ex Folgore, ex Capo di Stato Maggiore della missione ISAF, unico italiano ad aver ricevuto questo incarico, (Comandante della Folgore e delle Forze Speciali, Comandante del contingente italiano durante la missione"Enduring freedom", Comandante del COI ovvero il Comando Operativo Interforze a capo di tutte le missioni all'estero) in un'intervista rilasciata a Paolo Padoin del quotidiano"Firenzepost", esprime le sue perplessità dal punto di visto prettamente militare, su questo ritiro dall'Afghanistan:

"Il ritiro di un contingente non è solo una questione politico-logistica ma soprattutto tattica e di sicurezza. Per ritirare il personale bisogna mantenere sempre una componente di sicurezza e, addirittura, potrebbe essere necessario aumentare il personale presente per garantire alla logistica di fare un passo indietro. In questo momento ci sono minacce significative e dunque bisogna mantenere un dispositivo di deterrenza importante".

Il Generale critica l'approccio superficiale sulla questione e soprattutto i modi utilizzati dal ministro della difesa per comunicare la notizia:

"se una pensa di chiudere una missione per risparmiare ha un approccio superficiale ad un  problema che va invece approfondito in tutti gli aspetti. Perchè il ritiro potrebbe costare anche più che mantenere il contingente"

e sottolinea inoltre il ruolo importante che dovrebbero avere le Forze Armate nella politica estera:

"Le Forze Armate sono anche uno strumento di politica estera, non servono certo a tappare le buche. E il fatto che non sapesse della decisione del ministro titolare della politica estera è un problema serio. Anche perché siamo andati in Afghanistan per volontà politica e ancora oggi siamo uno dei paesi più importanti della coalizione. Molto meglio quindi, se ci fosse una riflessione che coinvolgesse tutti, un dibattito parlamentare per capire cosa davvero conviene al paese"  e sottolinea come "in Italia  le questioni che riguardano i militari si affrontano sempre in maniera superficiale", parola di Generale.  


Con il contributo di la sottile linea rossa