Politica

La revoca della concessione ad Autostrade ovvero la propaganda grillina sui morti del crollo del ponte Morandi

"Autostrade per l'Italia dichiara di non aver ricevuto alcuna comunicazione in relazione al procedimento in corso e di aver appreso solo da notizie di stampa dell'esistenza e dei contenuti della relazione della Commissione ministeriale insediata presso il MIT.

ASPI contesta il metodo di diffusione alla stampa in modo pilotato e parziale di stralci di tale relazione, prima ancora che essa sia resa nota alla controparte, come è richiesto dal procedimento amministrativo in essere.

Da tali anticipazioni non sembrerebbe emergere alcun grave inadempimento agli obblighi di manutenzione ai sensi del contratto di concessione. Peraltro, la presunta violazione dell'obbligo di custodia, di cui all'art. 1177 del codice civile, costituirebbe un addebito erroneo ed inapplicabile al caso di specie, trattandosi di una infrastruttura che sarà restituita allo Stato al termine della concessione, per effetto della sua ricostruzione affidata dal Commissario per Genova ed interamente finanziata da ASPI.

In merito ai riferimenti diffusi a mezzo stampa circa una ipotetica pericolosità di altre infrastrutture della rete, ASPI ribadisce con forza che la sicurezza della stessa è stata confermata anche da ulteriori verifiche fatte da primarie società terze.

ASPI resta fortemente impegnata a garantire i migliori standard di sicurezza che hanno contribuito, dopo la privatizzazione, ad un sostanziale miglioramento dei livelli di sicurezza della circolazione.

Al fine di ristabilire un corretto quadro informativo, i termini della Convenzione prevedono, nella denegata ipotesi di revoca, il pagamento di un cosiddetto indennizzo che corrisponde al giusto valore della concessione, secondo i criteri contrattualmente previsti. La sussistenza di tale obbligo di indennizzo, come riportato dalla stampa, è confermata anche dalla stessa relazione della Commissione.

Da ultimo si ricorda che sono ancora ignote le cause interne o esterne che hanno determinato la tragedia e l'accesso alla documentazione dei luoghi e dei fatti è ancora incompleto".


Quello sopra riportato è il comunicato pubblicato il 1 luglio da Società Autostrade per l'Italia in risposta alle dichiarazioni rilasciate dai ministri Di Maio e Toninelli nello scorso fine settimana.


Così scriveva Toninelli il 28 giugno: "Il fumo seguito all'implosione del ponte Morandi ingoia il peggior caso di incuria della nostra storia nella gestione della cosa pubblica.

Non faremo sconti ai responsabili. La connivenza tra politica e prenditori di Stato è finita. Stiamo cancellando, una dopo l'altra, le regole che hanno ingrassato all'inverosimile i portafogli di certi soggetti che nulla hanno a che fare con la stragrande maggioranza di imprenditori onesti e coraggiosi, ai quali va sempre il nostro supporto. Solo noi, solo col M5S al Governo questa rivoluzione ha avuto inizio e solo col M5S al Governo può essere portata a termine.

Un altro importante passo avanti sarà fatto a breve con il deposito del parere da parte della commissione tecnica di supporto al mio ministero. Ormai ci conoscete, faremo ciò che è giusto per l'interesse pubblico e, statene certi, non molleremo mai, perché abbiamo le mani libere e nessuno mai potrà comprarci".


"A quanto stiamo apprendendo - aveva poi dichiarato domenica il vicepremier, ministro del Lavoro e dello Sviluppo ed infine capo politico del M5S Luigi Di Maio - sarebbero emerse gravi inadempienze da parte di Autostrade (e dunque i Benetton) per quanto riguarda la manutenzione delle infrastrutture affidategli dallo Stato, incluso il Ponte Morandi ovviamente.

Non solo, rispetto a quanto riportato da qualcuno in questi giorni, ovvero che laddove revocassimo la concessione ai Benetton l'Italia sarebbe costretta a pagare un risarcimento enorme, la Convenzione stessa parla chiaro: all'articolo 9 bis prevede che il diritto a indennizzo/risarcimento del concessionario sussiste nel rispetto del principio dell'affidamento.

Di fronte a gravi inadempienze come il Ponte di Genova, dove persero la vita 43 persone innocenti, è evidente che questo principio viene a mancare.

Noi ci stiamo muovendo nel rispetto del contratto di concessione e nel solco dei contratti in essere. Perché chi investe in Italia deve sapere che è il benvenuto, che supportiamo il business, lo rispettiamo, ma nel massimo rispetto degli interessi nazionali!

Andiamo avanti, come un treno! Un abbraccio alle famiglie delle vittime del Ponte Morandi. Lo Stato, questo Stato, è con voi!"


È evidente, da parte dei 5 Stelle, di continuare ad utilizzare la tragedia del Ponte Morandi come strumento di propaganda, nella logica di campagna elettorale perenne inaugurata un anno fa da questa maggioranza. La Lega utilizza i migranti, i 5 Stelle utilizzano i Benetton, armi di distrazione di massa per nascondere inconsistenza e inadeguatezza dell'esecutivo.

In questa ossessione di indicare in Atlantia l'origine di tutti i mali del Paese, i grillini non tengono conto delle ripercussioni che tale atteggiamento può avere nei confronti di qualunque azienda abbia investito o voglia investire nel Paese.

I 5 Stelle hanno intrapreso una campagna contro Atlantia  - e la controllata Autostrade per l'Italia - già nei giorni successivi al crollo del ponte Morandi. Adesso vogliono "formalizzare" la loro campagna in base ad una relazione di parte, prima di attendere le risultanze di una inchiesta della magistratura, dimenticando oltretutto che il concessionario Autostrade ha operato e opera in accordo con i competenti uffici ministeriali, presenti anche sul territorio, che controllano la gestione del bene pubblico. In pratica, i 5 Stelle rischiano il classico autogol!

I grillini, in debito d'ossigeno rispetto alla propaganda leghista, utilizzano il crollo del ponte sul Polcevera come leva per risalire nei sondaggi del gradimento politico, cercando di dimostrare che quella tragedia sia frutto di interessi personali e politici ottenuti alle spalle degli italiani.

Il guaio è che, se anche ciò fosse vero, i 5 Stelle non sono adesso all'opposizione, ma al governo del Paese e, in funzione di ciò, devono agire, anzi dovrebbero agire, aspettando perlomeno il risultato dell'inchiesta della magistratura prima anche solo di ipotizzare qualsiasi decisione.

Invece, vogliono cavalcare l'onda della propaganda annunciando una revoca e fingendo di non sapere che questa verrebbe subito impugnata in sede amministrativa e poi civile con cause che dureranno anni ed il cui esito non è certo scontato...

Ma per un pugno di preferenze, questo ed altro. Anche in barba ad una tragedia e soprattutto alle sue vittime che, gioco forza, vengono utilizzate per fare propaganda elettorale!

Autore Marzio Bimbi
Categoria Politica
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