Mi chiedo, da cittadino e non da tecnico che si occupa anche di criticità ambientali, cosa accadrebbe se il Consiglio di Stato esaminati gli atti relativi alla causa sulle criticità dell'aeroporto Costa D'Amalfi desse ragione ai cittadini ricorrenti?

Già il Tar ha dato ragione ai cittadini di Pontecagnano qualche tempo fa e a Firenze il Consiglio di Stato ha posto una pietra (al momento) tombale sull'ampliamento dell'aeroporto di Firenze.

La vicenda dell'aeroporto Costa D'Amalfi si sta protraendo da oltre 6 anni e dal primitivo masterplan, con rosee previsioni di guadagni e traffici, sono cambiate davvero molte cose. 

Innanzitutto, la pandemia ha dato un duro colpo al traffico aereo, e la guerra sta facendo altrettanto con l'aumento dei costi collegati all'energia. 

Ritornando allo scalo aereo del Cilento, si è capito ed è stato detto che non si tratta di semplice allungamento di una pista, ma della costruzione di un vero e proprio nuovo aeroporto. Oggi la priorità dell'Italia sarebbe la costruzione di un aeroporto che dovrebbe andare a regime, se tutto va bene, tra oltre 20 anni?  Ma davvero esistono capitali tali da investire oggi in una realtà simile?

Mentre cerchiamo di comprare il pane e combattere la povertà, mentre parliamo di green e riduzione emissioni, vogliamo parlare di "nuovi aeroporti"? Ma davvero siamo ancorati ad un'idea di progresso che passa per vecchie regole?  Ho sempre sostenuto insieme ad altri nel mondo che i trasporti vanno razionalizzati, che il progresso non può avere un prezzo e che bisogna pensare ad un economia diversa. Le stesse elezioni hanno fatto comprendere che la logica di chi comanda la Regione Campania è fallita, passata, sorpassata.

Sembro una voce solitaria ma semplicemente perché la stampa e i media in genere sono molto unilaterali, riempiono il giornale dei fatti che la gente deve ascoltare. Per questo sorrido nel vedere prima delle elezioni annunci in pompa magna sull'apertura dell'aeroporto nel 2024, ma senza che nessuno si fosse posto il problema dell'esistenza di un ricorso al Consiglio di Stato. 

Ripeto e sottolineo, è chiaro che i cittadini siano "sbilanciati" rispetto alla forza in campo a cui si oppongono, ma i giudici non devono tenere conto di questo, ma leggere le carte e decidere. Dico decidere, perché  se non c'è stata udienza e né sentenza come fa la controparte a raccontare che tutto è a posto e si apre nel 2024? 

E come poi ho ancora sottolineato esistono altre difficoltà che a quanto pare non vogliono essere sentite o meglio fatte ascoltare.

Indubbiamente si è ancora alla ricerca di fondi. Ora con il cambio del governo bisogna anche capire che strada verrà presa.

Sono abituato a non definire le lotte come impari, dato che in un regime democratico questo non deve esistere. 

Infine, un sasso nello stagno per chi di professione scrive: documentatevi e qualche volta ponetevi dall'altro lato... quello dei cittadini.