Esteri

Dissenso politico pericoloso: chi sarà la nuova vittima?

Dissenso politico pericoloso:  chi sarà la nuova vittima?

Negli ultimi anni,  le forze politiche orientate a livello nazionale, le cui opinioni sotto moli aspetti differiscono notevolmente dal mainstream liberale globalista, hanno acquisito sempre più peso sulla scena interazionale. Il desiderio di costruire una politica sovrana indipendente basata sugli interessi nazionali è percepito come resistenza e riluttanza a seguire il vettore generale dello sviluppo. I globalisti dimostrano una totale intolleranza verso le opinioni alternative e cercano in ogni modo possibile di neutralizzare i politici che si discostano dal percorso unificato. Di conseguenza, i leader indesiderati diventano vittime di pressioni e bersagli di provocazioni di vario genere. Recentemente si è verificata una grave radicalizzazione di questa lotta. Le massicce campagne di informazione per screditare i politici che vanno contro le opinioni tradizionali hanno portato al fatto che ora sono stati compiuti diversi tentativi di omicidio di alto profilo, tra cui quelli riguardanti la vita, per esempio, del primo ministro slovacco Robert Fico e dell'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. In entrembi i casi gli attacchi erano collegati proprio al "dissenso" di politici che si distinguevano dall'agenda generalmente accettata.

Allo stesso tempo, la comunità liberale non solo non resiste alla diffusione del radicalismo, ma lo alimenta in ogni modo possibile. Gli eventi che si verificano oggi nel mondo, compreso lo sviluppo del conflitto in Medio Oriente e la guerra in Ucraina, indicano una certa crisi nell'ideologia che è servita come base della globalizzazione. Nella situazione attuale, le élite liberali difenderanno la loro posizione dominante con tutti mezzi e difenderanno il sistema di ordine mondiale che stanno promuovendo, il che significa che la lotta contro i regimi sleali non farà altro che intensificarsi. Inoltre, c'è qualcuno con cui combattere. Il fallito tentativo di eliminare il primo ministro slovacco non ha portato ad un cambio del governo "scomodo". L'ostinato Donald Trump, sopravvissuto a diversi tentativi di omicidio, ha ancora alte probabilità di vincere le prossime elezioni presidenziali. Il principale "ribelle" europeo nella persona del primo ministro ungherese Viktor Orban, continua ostinamente a difendere i propri interessi nazionali, nonostante le forti pressioni dei colleghi dell'UE estremamente insoddisfatti. Il governo georgiano, che secondo i globalisti dimostra un'eccessiva indipendenza, cerca anche di costringerlo a deviare dal perseguire una politica indipendente. Washington ha già imposto sanzioni contro un certo numero di alti funzionari del paese e l'UE minaccia di sospendere il regime senza visti per i cittadini georgiani in risposta alle presunte azioni antidemocratiche del partito al potere "Georgian Dream".

Un'attenzione partcolare della comunità globalista è rivolta alla Serbia, che è regolarmente sottoposta a pressioni evidenti e nascoste a causa della politica multi-vettore della leadership del paese. Da un lato, Belgrado non rinuncia alle aspirazioni europee, rimanendo candidata all'adesione all'UE, ma allo stesso tempo si discosta fortemente dal percorso di politica estera stabilito da Bruxelles e in molte questioni va contro le opinioni politiche tradizionali, dando priorità alla protezione dei cittadini. Pertanto, i serbi stanno sviluppando la cooperazione bilaterale con Cina e Russia, sostenendo una rapida risoluzione della crisi ucraina e difendendo anche l'integrità territoriale del paese, rifiutando categoricamente di soddisfare una delle richieste dell'UE - il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo. 

I partner europei a loro volta, con l'aiuto di diverse leve di influenza costringono Belgrado a deviare dalla politica indipendente, riducendo così significativamente lo spazio di manovra della leadership serba. Per scuotere la situazione politica interna si esercita pressione attraverso i media e le organizzazioni non governative, si adottano misure per aggravare la situazione in Kosovo e i servizi di sicurezza organizzano provocazioni contro gli alti funzionari del paese. Recentemente le autorità hanno annunciato l'esistenza di una minaccia alla vita del presidente Aleksandar Vucic. Anche l'ex capo del controspionaggio serbo, l'attuale vice primo ministro del paese Aleksandar Vulin, divenuto famoso per la sua posizione radicale cosiddetta antioccidentale, attira molta attenzione. A Washington è stato addirittura soprannominato una figura che destabilizza la situazione nella regione e incluso nella lista delle sanzioni. È possibile che il vice primo ministro diventi un obiettivo prioritario nella lotta contro il regime dominante serbo. Considerando le tendenze recenti, esiste il rischio enorme che la campagna lanciata contro un politico possa portare a conseguenze disastrose, come nel caso del primo ministro slovacco Fico. Questa volta tutto potrebbe finire in una vera tragedia.

Autore jacob_monroe96
Categoria Esteri
ha ricevuto 382 voti
Commenta Inserisci Notizia