La foga retorica di cui è solito compiacersi non consente al senatore Matteo Renzi di valutare e misurare le parole che pronuncia, tanto che, spesso e volentieri, finisce per dire cose che poco o nulla hanno a che vedere con la realtà di fatti, tanto da essere false e, in alcuni casi, persino offensive.

È accaduto anche giovedì nel suo intervento in risposta all'informativa del presidente del Consiglio Conte sulle iniziative del Governo per la ripresa delle attività economiche relative al dpcm dello scorso 26 aprile.

«Signor Presidente, siamo a un bivio - ha concluso Renzi il suo intervento -: si può stare a inseguire le dirette Facebook, che fanno crescere i follower, oppure si può cercare di seguire quelle statistiche secondo cui crescono i disoccupati. Io vorrei che lei desse un occhio in più ai dati dell'Istat e un occhio in meno ai sondaggi e avesse il coraggio di dire che, di fronte all'emergenza occupazionale e alla carneficina che ci prospetta la situazione che stiamo vivendo, occorre uno sforzo di tutti. Tocca a lei decidere: se lei ci vorrà al suo fianco, noi ci saremo, a condizione di fare le cose che servono agli italiani. Se invece dobbiamo essere su un crinale populista, che dice alla gente quello che alla gente piace sentire, noi non saremo al suo fianco.C'era un grande senatore, si chiamava Mino Martinazzoli, che, in un momento delicato della vita di questo Paese, a chi lo contestava disse: fate come volete, ma la politica è altrove, noi vi aspetteremo là. Se lei sceglierà la strada del populismo, non avrà al suo fianco Italia Viva. Se lei sceglierà la strada della politica, la aspetteremo là».

In pratica, per "minare" la maggioranza del Governo di cui fa parte - una caratteristica in cui Matteo Renzi eccelle come nessun'altro - il senatore del contado fiorentino ha accusato Conte di populismo! 

Giuseppe Conte populista? Da quando? E soprattutto... perché?  

Secondo quanto riporta Treccani, il populismo è un atteggiamento ideologico che esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori positivi. Chi lo promuove è chi cerca di rappresentarsi come capo carismatico creando un rapporto diretto tra lui e le masse popolari, utilizzandole anche "con il consenso dei ceti borghesi e capitalistici". 

Di Conte possiamo dire peste e corna, ma che sia o abbia provato ad essere un populista è completamente falso. Ma per Renzi Conte è un populista, anche se non ne ha spiegato il motivo! Ma di tale accusa, l'aspetto più divertente è che fra Conte e Renzi se c'è qualcuno che possa essere accusato di populismo è proprio quest'ultimo, con la particolarità di volerne adattare i principi e i programmi, genericamente ispirati al socialismo, al liberismo!

Ma la cosa peggiore che Renzi ha detto ieri è questa:

«Noi le chiediamo, signor Presidente del Consiglio: perché non ci facciamo carico di una riapertura graduale, in sicurezza, che non sia sottovalutazione del virus? Il coronavirus è una bestia terribile che ha fatto 30.000 morti nel modo più vigliacco, perché ha impedito ai nostri anziani di stringere la mano nell'ultimo momento ai propri figli, ai propri familiari. Il coronavirus è un nemico vigliacco. Noi, però, non siamo dalla parte del coronavirus quando diciamo di riaprire. Pensiamo di onorare quella gente di Bergamo e di Brescia che non c'è più e che, se avesse potuto parlare, ci avrebbe detto: "Ripartite anche per noi", avendo fatto della vita, in tutti i momenti, un'occasione di sacrificio e di fatica».

In pratica, Matteo Renzi ha "usato" i morti della pandemia per i propri scopi politici, facendo dire loro cose che quasi certamente in vita non avrebbero detto e neppure pensato. 

Ma fino a che punto può arrivare il cinismo di un politico - e la sua mancanza di scrupoli - quando non riesce neppure a capire i limiti del buon gusto tanto da non avere vergogna nel reclutare persino i morti, 30mila morti, alla sua causa?

Ma non solo Matteo Renzi ha poca considerazione dei morti... anche i vivi per lui sono dei pupazzi senza capacità d'intendere e di volere, tanto da poter credere di poter plasmare, a suo esclusivo beneficio, una realtà diversa da quella che invece è.

E così, per Renzi, il 1 Maggio diventa non la Festa dei Lavoratori, ma la Festa degli Imprenditori. Ecco quello che ha scritto oggi sul proprio account Facebook:

«Il Primo Maggio è una festa che quest'anno assume un significato ancora più importante. Una parte del nostro Paese rischia di perdere il lavoro: sono i non garantiti, le partite IVA, i commercianti, gli autonomi che rischiano di saltare per sempre. E sono gli imprenditori che danno lavoro alle persone, che credono nella responsabilità sociale del loro lavoro. Quando noi diciamo di riaprire, in sicurezza, stiamo cercando di salvare migliaia di posti di lavoro. Che rischiano altrimenti di essere spazzati via, per sempre. Dovremo convivere con il Virus ancora per un po'. Ma adesso che le cose vanno decisamente meglio, non si può vivere solo di paura. Diamoci delle regole e rispettiamole facendo ripartire l'economia e salvando i posti di lavoro. Perché siamo una Repubblica democratica fondata sul lavoro, non sui sussidi o sull'assistenzialismo. Buon Primo Maggio, viva il lavoro».

E tanto è il cinismo che Matteo Renzi ha messo in campo nelle ultime 24 ore che persino un populista vero come Alessandro Di Battista, con tanto di certificato docg, si è sentito in dovere di prendere penna e calamio, anzi tastiera e mouse, per esprimere la propria indignazione nei confronti del segretario di Italia Viva:

«Qualcuno si stupisce del cinismo di Renzi, capace persino di tirare in ballo i morti di Bergamo e Brescia per un po' di visibilità. Io no. Conosco il soggetto e conosco i suoi reali obiettivi che nulla hanno a che fare con la politica. Che le sue parole suscitino indignazione è più che normale, tuttavia sarebbe meglio metter da parte la rabbia e pensare a come disinnescarlo una volta per tutte. Renzi, ormai da anni, non è più un politico. Lui per primo sa che non tornerà mai ad essere Premier o Ministro. Gli basta essere lobbista di se stesso. Si guadagna bene in fondo. Egli provoca, dice tutto e il contrario di tutto, fa finta di essere uno capace di fare o disfare governi ma è tutto marketing, o fuffa se solo ce ne rendessimo conto.E' vero, detesta Conte, d'altro canto è più che normale che un tipo che sta sulle palle persino a se stesso invidi un Presidente con un alto gradimento popolare. E' frustrato, ma non così stupido da far cadere un governo che prova a ricattare per ottenere nomine e prime pagine sui giornali. Denaro e potere, siamo alle solite. Al soggetto dei voti non importa nulla (anche perché non ne ha). Al contrario è molto più interessato ai cachet che si porta a casa per deliziare con le sue idee (quindi con il nulla) platee di nobili sauditi. Da anni ormai Renzi sfrutta la politica per far soldi. Il business dei convegni non è niente male. Prima del covid lo si vedeva più a Riad che a Rignano sull'Arno. Si sa vendere il giovanotto ma per farlo ha bisogno di una carta: i giornali.Ve lo ricordate Armando Pellicci detto “er pomata” di Febbre da cavallo? «Io ho corso, c'ho i ritagli» amava ripetere all'Ippodromo Tor di Valle mostrando vecchi articoli che parlavano di lui. Ecco, Renzi fa più o meno la stessa cosa. «Io conto, c'ho i ritagli». Il problema è che i ritagli ce li ha per davvero anche se nel mondo reale (al di fuori delle redazioni) non conta nulla. I giornali lo tengono in vita e gli danno le pezze d'appoggio per chiedere 20.000, 30.000, 40.000 euro a convegno (più viaggio in business class).Un uomo così semplicemente merita l'oblio. Non vale lo sdegno delle vostre bacheche FB. Non vale un minuto della nostra vita nemmeno per schernirlo. E soprattutto non vale le prime pagine dei giornali né il timore che faccia cadere il governo. Uomini ben più importanti e potenti di lui brigano per far cadere il governo in questo momento. E non lo fanno per avere “i ritagli” dei giornali. Figuriamoci, semmai i giornali li comprano. Lo fanno perché un governo tecnico/di unità/di tutti (e quindi non dei cittadini) per loro è una garanzia. Nei prossimi mesi ci saranno da spendere decine di miliardi di euro nella ricostruzione. Pensate davvero che i soliti boiardi di Stato non stiano già tramando per rifilarci nuovi Mose o Ponti sullo stretto?Derenzizziamoci insomma, è un modo per prestare attenzione a quel che conta davvero per le nostre vite e per il nostro futuro e poi è un modo per disinnescare questo mediocre che si crede importante. Fa parlare i defunti per uno straccio di visibilità ecco, togliamogliela una volta per tutte, così sarà lui l'unico "morto" che parla.»