Con un'esclusiva, il quotidiano The Guardian ha reso noto che è in corso uno studio, la cui sperimentazione è in fase 3, per valutare l'efficacia di un farmaco anti Covid che possa essere  somministrato alle persone per prevenire la malattia in caso esista la possibilità che possano essere state contagiate.

Catherine Houlihan, virologa presso l'University College London Hospitals (UCLH) che è a capo della sperimentazione a cui è stato assegnato il nome Storm Chase, ha riassunto il proprio lavoro in questi termini.

UCLH e AstraZeneca (di cui l'EMA dovrà approvare il terzo vaccino anti Covid da distribuire in Europa) hanno sviluppato un trattamento che consente di fornire una immunizzazione immediata alle persone che vivono in ambienti in cui si sia sviluppato un focolaio Covid, purché il farmaco venga somministrato entro otto giorni dal momento in cui un soggetto è venuto a contatto con il virus.

Il farmaco dovrà essere somministrato in due dosi e consentirebbe una copertura dalla Covid che potrebbe variare dai 6 ai 12 mesi. A questo punto uno potrebbe dire, ma qual è la differenza rispetto ai vaccini di cui si sta iniziando la somministrazione? Che l'efficacia di questo trattamento in fase di sperimentazione è praticamente immediata, mentre la copertura che verrà offerta dai vaccini scatterebbe dopo circa un mese.

Quindi, se i test che sono stati avviati daranno risposte significative, il nuovo farmaco ridurrebbe drasticamente la diffusione del contagio, e di conseguenza anche il numero delle vittime da Covid, a partire dai luoghi in cui il contagio può diffondersi più rapidamente dopo l'insorgere di un possibile focolaio, come strutture per anziani, scuole, luoghi di lavoro...

Oltre a Storm Chaser, viene condotto anche uno studio parallelo guidato dal dottor Nicky Longley anch'egli della UCLH, a cui è stato assegnato il nome Provent, con il quale si valuterà se il trattamento descritto in precedenza possa proteggere anche le persone con un sistema immunitario compromesso, come quelle sottoposte a chemioterapia a causa di un tumore, ma che non siano state ancora vaccinate o a cui il vaccino non abbia fornito l'immunità a causa del loro stato di salute. Anche lo studio Provent è in fase 3.

Nel caso in cui la sperimentazione dovesse dare risultati positivi, il farmaco potrebbe essere disponibile a partire dagli inizi della prossima primavera.