La strategia comunicativa del governo nella gestione della crisi sta fallendo miseramente.
Primo punto: nessuno spiega ufficialmente perché questa epidemia è più grave delle altre. Sarebbe fondamentale capirlo per ottenere più consapevolezza e coinvolgimento di tutti. Perché è più grave dell’influenza suina, dichiarata anch’essa pandemica dalla WHO nel 2009 o più grave dei mediamente 10.000 morti annuali di influenza stagionale (non potevamo forse salvare anche loro se fossimo rimasti tutti a casa?).
Quanto è grande l’emergenza ospedialera rispetto ai normali tassi di occupazione negli anni precedenti?
I numeri sono complicati. Ognuno tira le sue conclusioni ma la sostanza è che non siamo degli epidemiologi e per capire la significatività di questi numeri e in sostanza cosa stia succedendo è necessaria un’opera di divulgazione ufficiale e chiara anziché minacce di repressione.
Secondo punto: la comunicazione ufficiale è basata su un modello paternalistico “Restate a casa oppure...”
Il risultato non è il coinvolgimento dei cittadini ma maggiore rabbia e paura. Si minaccia il dispiego dell’esercito nelle strade, si mandano in giro autovetture a gridare al megafono “Restate a casa” seminando il panico e poco si fa per implementare i servizi che faciliterebbero un pacifico isolamento sociale.
Al telegiornale si sentono tante belle parole di ricette digitali per le medicine o servizi di consegna spesa per gli anziani ma la sostanza è che nella maggior parte del territorio nazionale questi servizi non ci sono o non funzionano.
Si formano enormi agglomerati di persone in fila per l’impegnativa dal medico o per fare la spesa moltiplicando le opportunità di contagio.
Forse, anziché dispiegare l’esercito a inseguire e multare uno che corre sotto casa, andrebbe inviato nei supermercati e nelle farmacie a implementare i servizi di consegna.
In conclusione, l’approccio attuale sta creando basso coinvolgimento e sempre maggiori tensioni sociali. C’è bisogno di unità in questo momento e per questo servirebbe decisamente una migliore comunicazione.