In Gran Bretagna, da più di una settimana, alla tv, in occasione di manifestazioni, nelle partite di calcio... le persone che partecipano mostrano in bella vista il "remembrance poppy", il papavero del ricordo, il simbolo utilizzato dal 1921 per commemorare i militari morti nella I Guerra Mondiale, ispirato al poema "In Flanders Fields", dove si notava che erano i papaveri rossi a ricoprire le tombe dei soldati caduti.

Infatti, questa domenica ricorre il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, anniversario che Papa Francesco non ha dimenticato di rammentare nella preghiera dell'Angelus, ricordandone la definizione di "inutile strage"che ne diede Benedeto XV.

«Per questo oggi, alle 13.30 ora italiana, suoneranno le campane in tutto il mondo, anche quelle della Basilica di San Pietro. La pagina storica del primo conflitto mondiale - ha detto il Papa dopo l'Angelus - è per tutti un severo monito a respingere la cultura della guerra e a ricercare ogni mezzo legittimo per porre fine ai conflitti che ancora insanguinano parecchie regioni del mondo.



Sembra che noi non impariamo. Mentre preghiamo per tutte le vittime di quella immane tragedia, diciamo con forza: investiamo sulla pace, non sulla guerra! E, come segno emblematico, prendiamo quello del grande San Martino di Tours, che oggi ricordiamo: egli tagliò in due il suo mantello per condividerlo con un povero. Questo gesto di umana solidarietà indichi a tutti la via per costruire la pace.»

Invece, la retorica sovranista dei populisti nostrani, che tra l'altro si propongono come strenui difensori della cristianità in generale e del cattolicesimo in particolare, ha celebrato il 4 novembre per esaltare divisioni e contrapposizioni, in barba a qualsiasi messaggio di umanità e fratellanza!

E a proposito di umanità e fratellanza, il Papa ha anche ricordato che «domenica prossima si celebrerà la Giornata Mondiale dei poveri, con tante iniziative di evangelizzazione, di preghiera e di condivisione», aggiungendo che «in Piazza San Pietro è stato allestito un presidio sanitario che per una settimana offrirà cure a quanti sono in difficoltà», auspicandosi che «questa Giornata favorisca una crescente attenzione alle necessità degli ultimi, degli emarginati, degli affamati.»