Mentre i civili a Gaza continuano ad essere ammazzati dai bombardamenti israeliani in tutta la Striscia e si apprestano - a breve - anche a morire di fame e di sete, domenica Netanyahu ha respinto le ipotesi secondo cui il suo governo chiederà una pausa nei combattimenti, affermando che la guerra in corso a Gaza è ben lontano dal potersi definire conclusa.

"Sono appena tornato da Gaza", ha detto. "Non ci fermiamo. Stiamo continuando a combattere, e intensificheremo i combattimenti nei prossimi giorni, e i combattimenti richiederanno molto tempo e non sono vicini al termine".

E questo non è certo quello che i familiari dei prigionieri volevano sentirsi dire.

Molti adesso sono i fronti aperti dallo Stato ebraico a seguito del genocidio in atto a Gaza. 

Nei confronti dell'opinione pubblica internazionale la simpatia che Israele riesce a raccogliere è praticamente pari a zero. Nel mondo orientale era già così... in occidente, adesso, Israele ha il supporto dei governi, dei partiti della destra (post) fascista e dei media di regime. L'opoinione pubblica minimamente informata ormai ha capito di che pasta sono fatti i sionisti.

Nello Stato ebraico, Netanyahu e i suoi ministri  erano criticati da più della metà della popolazione per la riforma della giustizia pensata per mettere la magistratura sotto il controllo del governo. Con il patriottismo post 7 ottobre, il premier e i suoi ministri avevano ritenuto di aver ricompattato il Paese, ma non è così, perché chi lo criticava in precedenza adesso supporta le critiche dei familiari prigionieri a Gaza che, ogni giorno che passa, hanno iniziato ad aumentare il volume della loro protesta, coscienti che il gabinetto di guerra e l'IDF, in base a quanto dichiarano, oramai li hanno dati per persi.

Poi c'è il tributo di sangue pagato dall'esercito. Finora sono più di 150 i soldati israeliani morti nell'invasione di terra e migliaia quelli feriti. Da decenni l'esercito israeliano si era abituato ad ammazzare i palestinesi come in un videogioco... ma adesso non è più così. Gaza sta diventando un incubo, con i miliziani della resistenza che non hanno nulla da perdere e i cui attacchi, pertanto, sono sempre più imprevedibili e rischiosi.

Oggi, ad esempio, hanno affermato di aver preso di mira due gruppi di soldati israeliani a nord e a est della città di Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza, con proiettili di mortaio, mentre le Brigate Al-Qassam hanno annunciato di aver attaccato una nave israeliana da trasporto truppe israeliana con un missile "Al-Yassin 105".

Inoltre, Israele ha aperto anche un fronte meridionale, dove deve tenere a bada i ribelli yemeniti, un fronte a nord con gli hezbollah al confine con il Libano e un fronte con la Siria, con gruppi locali finanziati dall'Iran.

In queste ore si stanno intensificando i bombardamenti tra miliziani di Hezbollah e IDF che, continua a bombardare il sud del Libano con ordigni al fosforo bianco.

Hezbollah, quest'oggi, ha dichiarato di aver preso di mira una posizione dell'esercito israeliano nel kibbutz Manara nell'Alta Galilea, adiacente al confine, dicendo di aver causato vittime tra le truppe dello Stato ebraico che, a sua volta, ha dichiarato che i suoi carri armati hanno attaccato le postazioni di Hezbollah dopo aver rilevato "un certo numero di lanci" dal territorio libanese.

E per non farsi manca niente, lsraele oggi ha ammazzato un generale iraniano in Siria, come confermato dalla stessa Guardia rivoluzionaria iraniana, a seguito di un attacco aereo nell'area di Sayyida Zeinab, nella campagna di Damasco. Si tratta di Razi Mousavi, che era a capo di una unità di supporto alla resistenza in Siria. L'Iran ha detto che Israele avrebbe "pagato" per il suo assassinio.

E a tutto questo si aggiungono i raid in Cisgiordania, peraltro mai terminati da anni, ma adesso intensificati tanto da renderli permanenti con un drammatico bilancio di morti, feriti e distruzione... ovviamente dalla parte dei palestinesi. 

Ma tutto questo ha un costo. 

Il Ministero delle Finanze israeliano ha dichiarato che la guerra con Hamas costerà probabilmente a Israele almeno altri 50 miliardi di shekel (14 miliardi di dollari) oltre a quelli finora spesi, e porterà il bilancio del 2024  ad un aumento del deficit di altri 30 miliardi di shekel per la sicurezza e di altri 20 miliardi per civili e altre spese.

Le spese totali nel bilancio 2024 dello Stato ebraico saliranno così a 562,1 miliardi di shekel, dai 513,7 miliardi dell'ultima previsione, il che porterà ad un deficit di bilancio del 5,9% del PIL. 

Gli israeliani sono preparati ad affrontare tutto questo?