Lidia Menapace è stata ricoverata a Bolzano all'inizio di dicembre dopo essere stata colpita dal Covid. Le sue condizioni sono apparse gravi fin da subito. Purtroppo, questo lunedì, è arrivata la notizia della sua scomparsa.


Chi era Lidia Menapace? Quella che un tempo sarebbe stata definita una catto-comunista.

Durante la Resistenza fu una staffetta partigiana. Nel dopoguerra si impegnò in politica prima da iscritta nei movimenti cattolici e poi da iscritta nella DC. Dopo essere uscita dalla Democrazia Cristiana nel 1968, simpatizzò per il Partito Comunista Italiano, ma nel 1969 venne chiamata dai fondatori nel primo nucleo de il manifesto. Nel 1973 fu tra le promotrici del movimento Cristiani per il Socialismo ed entrò a far parte del Comitato per i diritti civili delle prostitute come membro laico.

Nel maggio 2005 fu eletta nel Comitato Etico di Banca Popolare Etica, in cui rimase per un anno, per poi diventare senatrice, nel 2006, per Rifondazione Comunista. Nell'aprile 2011 entrò nel Comitato Nazionale dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.

Nel 2018 si candidò al Senato con Potere al Popolo!. La lista non raggiunse però la soglia di sbarramento del 3%.

Lidia Menapace è morta a Bolzano all'età di 96 anni.


Così la ricorda il manifesto:

Lidia è stata una figura straordinaria, che ha fatto parte integrante, infaticabile e sempre  originale, della storia de il manifesto. Fin dal 1969, quando la sua storia di cattolica dissidente – uscita con lettera polemica dalla Democrazia cristiana – si incrociò con il gruppo che veniva radiato dal partito comunista per posizioni considerate troppo di sinistra.Luciana Castellina, Lucio Magri, Filippo Maone, Eliseo Milani, Valentino Parlato, Luigi Pintor, Rossana Rossanda – tra gli altri- divennero le compagne e i compagni di una lunga parte della sua vita.Era stata la prima donna a diventare assessora ai servizi sociali nella provincia di Bolzano nel 1964, ma si trasferì presto a Milano dove assunse un incarico presso l’università cattolica, che non le fu rinnovato per motivi politici.Il movimento del ’68 la coinvolse, infatti, profondamente. Partecipò alle diverse iniziative della contestazione cattolica, nonché ai moti studenteschi e operai.Fu naturale per lei, dunque, ritrovarsi con gli omologhi eretici di un’altra chiesa. E proprio quelle peculiarità contribuirono a fare de il manifesto (il quotidiano e il partito che si chiamò poi Pdup per il comunismo) un’esperienza profonda e complessa. Si realizzò la congiunzione della critica organica del sistema capitalistico con le parzialità dei movimenti o dei comunisti che non sapevano di esserlo, come diceva Lidia.Fu consigliera comunale di Roma, venne eletta alla regione Lazio, divenne responsabile dell’unione donne italiane, entrò nel 2006 in senato, dove rimase in una legislatura tesa e conflittuale.Doveva essere, portandovi le istanze pacifiste, presidente della commissione difesa. Ma le venne preferito il De Gregorio diventato noto per vicende giudiziarie. Nel frattempo, dopo non aver seguito la confluenza del Pdup nel Pci a fine del 1984, si era avvicinata a Rifondazione comunista, nelle cui fila è rimasta fino ala fine.Difficile fare la sintesi di una vita così intensa. Ci si dovrà tornare con maggiore accuratezza.Tuttavia, è importante ricordare subito almeno due dei fili conduttori di un’esperienza teorica e pratica grandissima: l’impegno nell’universo femminista, di cui costituì un fondamentale riferimento; l’impegno nell’associazione nazionale partigiani, al cui comitato nazionale partecipò fin dal 2011.Giovanissima era stata un’attivissima staffetta partigiana. E, non a caso, forse il suo ultimo intervento pubblico si tenne proprio nella riuscita manifestazione virtuale dello scorso 25 aprile.Ci stringiamo ai suoi cari, alle compagne e ai compagni che l’hanno seguita fino all’ultimo, alle tantissime persone che l’hanno ritenuta la riterranno sempre un figura straordinaria. Un esempio. Espressione di una politica bella e probabilmente irripetibile, che Lidia ha contribuito a rendere ancora più bella.


Così l'ANPI, con il messaggio del Presidente nazionale, Gianfranco Pagliarulo:

È un lutto per l'ANPI, è un lutto per il Paese. Ciao Lidia, partigiana della democrazia, della pace, dell'uguaglianza, dei diritti delle donne, cioè dell'umanità. Resterai nella coscienza e nell'impegno di tutte e tutti noi.


Questo il breve ricordo di Rifondazione Comunista:

CIAO LIDIA. La compagna Lidia Menapace non ce l'ha fatta. Abbiamo sperato in questi giorni che ci sorprendesse per l'ennesima volta con la sua inesauribile vitalità. Il suo nome si aggiunge al lungo elenco delle vittime del maledetto covid. Perdiamo non solo una compagna del nostro partito ma un punto di riferimento imprescindibile per tutta l'Italia democratica e antifascista. Lidia è stata una delle personalità più belle della storia della nostra Repubblica. Partigiana, comunista, femminista, pacifista Lidia ha dato un contributo straordinario alle lotte e all'elaborazione teorica, è stata un esempio di gioia, curiosità, spirito critico, di militanza intelligente, appassionata, instancabile. È stata per tutta la vita una partigiana della lotta contro ogni forma di oppressione. Grazie Lidia per tutto quello che ci hai insegnato.

Questo il saluto di Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico:

Lidia Menapace ha insegnato a intere generazioni cosa significa lottare per la libertà. Dall’esperienza partigiana, nella lunga militanza politica e sociale non ha mai fatto mancare la sua voce libera e il suo impegno per una comunità più giusta per donne e uomini. Una lunga vita di esempio umano e politico.Ci mancherà la sua voglia di continuare a cambiare il mondo.