"L'identità di genere è già presente nel nostro ordinamento, tutelato da sentenze costituzionali e trattati internazionali come diritto fondamentale della persona. Toglierlo significherebbe rendere il ddl Zan una norma discriminatoria. La richiesta di Italia Viva è insostenibile".

Così dichiarava ieri il primo firmatario del disegno di legge che, di conseguenza, viene identificato con il suo cognome.

A tale affermazione, prontamente, per Italia Viva ha risposto il senatore Davide Faraone:

"Ho appena letto un tweet di Zan, dice che la proposta di modifica di Italia Viva è insostenibile, con quelle modifiche il ddl Zan diverrebbe discriminatorio.Caro Alessandro, noi di Italia Viva al Senato non siamo stati per nulla originali: l'emendamento che abbiamo presentato al ddl Zan è totalmente copiato dalla proposta di legge presentata il 4 luglio 2018.Primo firmatario Ivan Scalfarotto e in calce, tra le altre, anche la tua firma, penultima soltanto perché il tuo cognome inizia con la Z.Accusaci pure di plagio, non di altro. Ricorda, abbiamo fatto approvare insieme la legge sulle unioni civili.La nostra proposta è semplice e chiara: troviamo l’intesa nella maggioranza su un testo condiviso, il nostro testo estende le tutele contro le discriminazioni (non le restringe come erroneamente affermi) con termini che non destano dubbi interpretativi, poi chiediamo tutti insieme al governo di mettere la fiducia alla Camera, così la legge è in sicurezza.È l’unica strada per avere presto una legge che è necessaria contro le discriminazioni omotransfobiche, le altre vie sono soltanto vicoli ciechi".

Queste le tre considerazioni che logicamente fanno seguito alla dichiarazione di Faraone.

La prima è la risposta di Zan, in cui il parlamentare dem ribadisce che "l’identità di genere è un diritto umano fondamentale. Chi chiede di eliminarlo dal ddl Zan crea discriminazione in una legge che vuole contrastare i crimini d’odio. Ed è inaccettabile".

La seconda riguarda la data dell'emendamento cui si riferisce Faraone: il 4 luglio 2018. Quello che il senatore di Italia Viva si dimentica però di ricordare è che il 4 novembre 2020 il suo partito, più precisamente i suoi colleghi alla Camera, il ddl Zan lo hanno votato senza aver nula da obiettare.

Questo ci porta alla terza considerazione. A Italia Viva, quello che è scritto nel ddl Zan interessa meno di zero. A Italia Viva interessa solo mettere in difficoltà il Partito Democratico per la sua alleanza di scopo con il Movimento 5 Stelle. Questo è ciò che prevede al momento la strategia del capo, Matteo Renzi, e i Faraone di turno - che all'occasione possono essere le Boschi, le Terranova, le Bonetti, gli Scalfarotto, i Migliore... - intervengono per sostenere posizioni utili a mettere in atto i giochetti del padrone del partito, quelli che lui ha il coraggio di chiamare "politica".

Lo hanno capito tutti, lo sanno tutti, ma quelli di Italia Viva, ipocritamente, lo negano facendo finta di "lavorare" per gli interessi degli italiani che, però, finisconio per essere sempre e comunque solo gli interessi di Matteo Renzi.