Rispetto a qualche settimana fa Maria Elena Boschi è scomparsa dalle cronache della politica, ritagliandosi solo un ruolo istituzionale, partecipando ad eventi, convegni ed iniziative in rappresentanza del governo. Lo scandalo banche si è fatto sentire e persino l'arroganza mediatica del Pd ha ritenuto fosse indigeribile per gli elettori continuare a proporre in campagna elettorale una persona che sosteneva l'insostenibile in modo così evidente. In ogni caso, Maria Elena Boschi sarà candidata alle prossime politiche... nonostante tutto.
E lo sarà, pare, in un collegio blindato e lontano dalla Toscana, per avere la certezza di essere rieletta. Ed è proprio la preparazione delle liste elettorali che dovranno essere presentate entro l'inizio della prossima settimana ad occupare in questi giorni l'attività dei vertici di partiti e movimenti che devono scegliere i candidati più adatti per l'uninominale con l'aggravante, per centrodestra e centrosinistra, di dover pure soddisfare gli equilibri richiesti dalle alleanze.
Al compito ingrato dei vertici di partito si affianca anche l'attesa spasmodica di chi in Parlamento finora ha ricoperto un seggio e spera o pretende di farlo anche nella prossima legislatura. Pensate a chi guadagna 10mila euro al mese e che, d'un tratto, si potrebbe ritrovare senza stipendio! Un'ingiustizia... anche se paracadutata da una buonuscita che per 12 mesi consentirà al "povero" ex parlamentare di continuare a percepire più o meno gli stessi soldi.
Per quanto riguarda le prime indiscrezioni sulle destinazioni più singolari, la Boschi sembrerebbe destinata a farsi eleggere in Trentino col supporto dei sudtirolesi... in Austria, d'altra parte, non può essere eletta, oltre a fatto che in quel Paese le elezioni ci sono già state da poco. Sempre lato Pd, fa scalpore il collegio destinato all'alleato Casini proprio nella sua città di origine, Bologna. Ma sarà da vedere come gli ex comunisti del luogo digeriranno la notizia, potendo decidere di orientarsi verso un ex comunista vero come Vasco Errani, che LeU sembrerebbe dover scegliere per farsi rappresentare nel capoluogo emiliano.
Curiosità la suscitano anche le candidature dei 5 Stelle che da giorni - Di Maio dixit - fanno sapere che per l'uninominale si affideranno soprattutto agli imprenditori! Ma come... una volta non erano il partito della protesta e degli arrabbiati? Gli imprenditori se devono far da richiamo elettorale è probabile che non siano né piccoli e neppure piccolissimi, finendo così per essere elemento in controtendenza e contraddizione rispetto alla storia passata dei pentastellati.
Il centrodestra, non lascia trasparire molte indiscrezioni, a parte la Lega che annuncia un po' ovunque candidature in contrapposizione ai partiti concorrenti... come quella del milanese (!) Borghi che sfiderà il romano (!) Padoan nel collegio di Siena! Il tutto in barba alla rappresentanza degli interessi del territorio!
Questa classe politica, oltre ad avere prodotto una legge elettorale confusa ed insensata, non ha neppure la minima idea di come interpretarne correttamente i contenuti. Ma gli italiani non devono sorprendersi, visti che sono solo chiamati a tifare per uno schieramento, con l'unico scopo di consentirgli di vincere. Per far cosa e per rappresentare quali interessi pare del tutto secondario ed ininfluente.