Noi europei, oggi, cosa stiamo facendo esattamente in Africa? Ci dicono che molte compagnie stanno lì più o meno come ai tempi del colonialismo, che peraltro sopravvive a spanne, e con la complicità dei governi corrotti si continua a estrarre gas, oro, coltan, diamanti, petrolio, cobalto, legname, cacao, cotone, e così via. E nemmeno si conosce concretamente il giro commerciale che andrebbe poi a beneficio dell’occidente, escludendo talvolta l’Europa stessa che opera principalmente nell’intrallazzo delle teste di ponte.

Lucro colossale sulla pelle di popoli e comunità che parrebbero pure reclutati presso campi e luoghi di estrazione, con pochi o nulli diritti e a costi di manodopera ovviamente ridicoli. Peraltro senza adeguati modelli di prassi e controllo, per compromettere in allegria la salute dei lavoratori e l’ambiente africano in generale.

Sarà vero?

Per scoprirlo, potremmo provare a usare la logica. Anche per evitare di impantanarsi tra dati e verifiche presso le nostre multinazionali e governi - notoriamente “sinceri” - piuttosto che chiedere alle ONG internazionali - notoriamente “bugiarde” - che diffondono sempre bollettini preoccupanti e si affannano nel rimediare a questi scompensi e all’affine instabilità politica.

Ma per usare solo la logica dobbiamo prima fissare qualche solida premessa. 

Le materie prime in Africa sono ancora disponibili al 90%, ciò significa che ne sono state consumate appena il 10%. Inoltre, in Africa è disponibile l’80% di riserva mondiale di coltan (columbite e tantalite, indispensabile per la costruzione di dispositivi elettronici); il 60% di cobalto (utile per la costruzione di ogni genere di batteria); il 40% dell’oro mondiale; ed è praticamente ricca di ogni altra risorsa naturale e materia prima necessaria all’umanità, incluse in particolare le risorse medicinali (piante, erbe, muffe, etc.) per la preparazione di farmaci.

Dobbiamo anche aggiungere che l’Africa potrebbe essere totalmente autonoma in termini di cibo, acqua ed energia. La sua densità di popolazione media è di appena 45 abitanti per Km2, mentre il suo territorio coltivabile è pari al 60% della sua area, e quindi in grado di sfamare a sazietà tutte le popolazioni africane incluso il resto del mondo. Basti pensare che i 18,5 milioni di km2 di terreno africano coltivabile coprirebbero l’intero territorio di Stati Uniti e Cina messi insieme; o l’intera Europa e quasi tutta la Cina.

Poste tali premesse, bisognerebbe ora chiedersi se gli africani siano davvero così stupidi da non riuscire, nemmeno in minima parte, a diventare un potenza mondiale perlomeno in qualche settore strategico. Viceversa, chiedersi se questa presa di coscienza ed evoluzione non sia artatamente ostacolata da qualcuno. Gente che probabilmente soffia sul fuoco dell’ignoranza, delle faide tribali, delle guerre civili e di religione, e via dicendo, mentre nel frattempo si accaparra con calma delle ingenti risorse che abbiamo visto. Ai prezzi modici della corruttela, ovvero foraggiando con armi le innumerevoli faide.

Qual è l’ipotesi più attendibile? Avendo anche in mente gli antichi colonialismi che sono un dato di fatto storico; e le multinazionali in loco, come le odierne Anglo American, BP, Eni, Glencore, Rio Tinto, Total, Royal Dutch Shell, Arcelor Mittal, BHP, e tantissime altre, altrettanto innegabili. Penso, allora, che l’ipotesi sia abbastanza intuitiva, e non siano davvero necessari “dati e verifiche” di fronte a evidenze logiche così cristalline.

Questo siamo. Noi europei e gli amici d’oltre oceano. La “nostra” Africa è prostituta con figli illegittimi, che respingiamo pure senza vergogna e pudore postulando la tesi ipocrita o ignorante dell’”aiutarli a casa loro”.

Noi cittadini di serie “A” patiamo da questa parte i nostri problemi. Loro, africani di nessuna serie patiscono, molto peggio, dall’altra. Ma l’origine è sempre da questa parte. E’ innegabile, amici miei, che la responsabilità sia sempre la nostra. L’abbiamo appena visto in poche mosse logiche. E serve ricordarsene alla prossima nave che arriva, al prossimo mancato soccorso, alla prossima protesta per il salario minimo. Già se ne dovrebbero ricordare i cugini francesi in questo loro momento storico. E tutti insieme strillarlo contro certi governi che pedissequamente umiliano noi e i cittadini della nostra bellissima e feconda Africa.

E’ tutto strettamente connesso, se ci rendessimo anche conto di quanto sia piccola questa navicella spaziale tondeggiante che danza attorno al nostro sole.


📸 base foto: Gerd Altmann da Pixabay