Nelle ultime settimane i media hanno riportato interviste e dichiarazioni di alti ufficiali dei Paesi NATO, dalle quali trapela al tempo stesso preoccupazione e aggressività.
L’ultimo di questa serie è il capo delle Forze armate norvegesi Eirik Kristoffersen, che richiamandosi espressamente a quanto detto dal generale svedese Mikael Bydén, ha chiesto al governo e alla popolazione di prepararsi il più in fretta possibile alla guerra contro la Russia.
Secondo lui vi sarebbe una “finestra” di due o tre anni al massimo per riempire gli arsenali e mettere in condizioni reattive e operative la nazione. Sostiene che Mosca si stia rinforzando molto (contraddicendo quindi gli esperti euroatlantici che ci descrivono una Russia ormai in ginocchio) e che occorra investire nel settore della difesa.
Si tratta del medesimo appello fatto dal presidente del comitato militare NATO, l’olandese Rob Bauer, che esorta tutti gli operatori sia pubblici che privati a lavorare insieme per ridare all’Alleanza Atlantica quelle capacità belliche oggi indebolite dai generosi aiuti forniti all’Ucraina. Tali dichiarazioni potrebbero allora essere solo una maniera indiretta di chiedere ai governi più denari statali a beneficio dell’industria militare.
Questo genere di dialettica non stupisce nessuno, ma i toni usati restano eccessivamente allarmistici. Westminster, per esempio, ha dovuto correre ai ripari per tranquillizzare i cittadini convinti che presto vi sarà una mobilitazione di massa.
Circolano in rete i video in cui gli inglesi dicono che si rifiuteranno completamente di servire l’esercito in un’ipotetica futura guerra europea. La loro reazione è stata indotta dalle considerazioni fatte dal capo delle Forze armate britanniche Patrick Sanders, che parlando della lezione delle guerre del XX secolo ha chiesto a Londra di essere pronta a impegnarsi in un conflitto enorme che richiederà una mobilitazione come non se ne vedevano dal 1945.
Infine la stampa tedesca è riuscita a mettere le mani su un piano del governo di Berlino di preparazione a uno scontro diretto con Mosca entro il prossimo anno. Si tratta di un documento segreto, ma il fatto che un piano militare di tale delicatezza sia stato così facilmente fatto filtrare al pubblico genera il sospetto che si tratti di una mossa voluta dai vertici.