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Meloni, Musk e le droghe: quando la coerenza è tutto!

Negli Stati Uniti, il 24 settembre la presidente Meloni, al Vertice della coalizione globale per affrontare le minacce delle droghe sintetiche, rilasciava la seguente dichiarazione: 

"Ringrazio il Presidente Biden per aver promosso quest’incontro, che è parte integrante della più ampia azione della Coalizione globale contro le minacce provenienti dalle droghe sintetiche. L’Italia è parte attiva, e porta avanti gli impegni assunti in tutti i contesti multilaterali, a partire dal G7. Siamo contro l’uso di droghe, e non crederemo mai che esista un diritto all'uso di sostanze stupefacenti. Esiste, invece, il dovere di agire prima che queste sostanze provochino danni irreparabili. Siamo convinti che sia sempre di più necessario lanciare messaggi chiari: la droga distrugge la vita delle persone; tutte le droghe fanno male e chi sostiene il contrario sta ingannando le persone; le Istituzioni devono fare tutto ciò che possono per combattere la produzione e il traffico di droga, investire nella prevenzione e sostenere chi si adopera nell’azione di cura e recupero. Il Governo italiano ha rafforzato il suo impegno per contrastare le droghe sintetiche, adottando uno specifico Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio del fentanyl e degli altri oppioidi sintetici. Abbiamo elaborato una strategia a 360° gradi, che si focalizza su specifiche direttrici di azione: informare e sensibilizzare le categorie a rischio; approvvigionarsi di antidoti e standardizzare le procedure dei laboratori; potenziare i controlli per non fare entrare la sostanza nel territorio ed evitarne un uso non sanitario; monitorare il web e attivare i servizi di urgenza in caso di overdose. La prevenzione, soprattutto quella precoce, rimane il nostro punto di partenza. Assieme alla necessità di fare rete, perché solo facendo rete è possibile unire gli sforzi e promuovere il flusso di informazioni per proteggere la vita dei nostri cittadini. Siamo infatti tra le prime Nazioni in Europa ad aver intrapreso una tale iniziativa, e di ciò non possiamo che essere orgogliosi.Siamo altrettanto orgogliosi che quest’impegno abbia trovato condivisione in ambito G7. Abbiamo adottato una dichiarazione congiunta nella quale si ribadisce la volontà di consolidare gli sforzi in ambito internazionale per stroncare il traffico di droghe, sequestrare i proventi illeciti derivanti dallo spaccio e prevenire la diffusione della dipendenza, soprattutto tra i giovani. Abbiamo anche rivolto un appello a tutte le Nazioni interessate dalla minaccia delle droghe affinché adottino adeguate misure contro i fornitori dei precursori chimici che servono per produrre le droghe sintetiche. Insomma, un impegno multidimensionale e a più livelli, consolidato nel tempo attraverso diverse buone pratiche. Mi riferisco al Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe, attivato fin dal 2009 dal Dipartimento italiano per le politiche antidroga e che opera in connessione con il Sistema di allerta dell’Agenzia europea sulle droghe e i sistemi implementati dai singoli Paesi UE.Da un lato, il Sistema individua in modo celere i fenomeni potenzialmente pericolosi per la salute pubblica, correlati alla comparsa di nuove droghe e nuove modalità di consumo; dall’altro, trasmette segnalazioni di allerta che coinvolgono le strutture destinate alla tutela e alla promozione della salute, e responsabili dell’eventuale attivazione di misure necessarie. Penso anche all’esperienza e al know-how che la Direzione centrale per i servizi antidroga e la rete dei magistrati italiani, con l’impulso della Direzione nazionale antimafia, mettono a disposizione delle Forze di polizia e delle autorità giudiziarie delle Nazioni più interessate dal narcotraffico, in un quadro di collaborazione che è particolarmente efficace in America Latina.Prevenire e fare rete. Questa è la formula vincente, dentro e fuori i confini nazionali.Accolgo la proposta del Presidente Biden e annuncio la volontà dell’Italia di mettere a disposizione la propria esperienza per elaborare insieme un Piano d’azione congiunto sui meccanismi di allerta precoce sul traffico e il consumo delle droghe sintetiche, fentanyl incluso.Non vediamo l'ora di metterci al lavoro, perché la sfida che ci attende è la più grande di tutte. Ce lo ricorda chi si occupa di dipendenze, sia sul piano della prevenzione che del recupero: quando curi una malattia puoi vincere o perdere, ma quando curi una persona puoi solo vincere".

Il giorno precedente, il 23 settembre, a Meloni è stato conferito il Global Citizen Awards dell'Atlantic Council. Per consegnarle il riconoscimento, la stessa Meloni ha voluto Elon Musk.

In un articolo dello scorso gennaio, prendendo spunto da un'intervista in cui Musk fumava marijuana mentre sorseggiava un mezzo bicchiere di whisky, il Wall Street Journal ha ricordato alcuni "incidenti" in cui Musk menzionava l'assunzione di  droghe pesanti: diverse pastiglie di acido a una festa a Los Angeles nel 2018, funghi a una festa nel 2019 e ketamina con suo fratello Kimbal Musk ad Art Basel nel 2021. Il Journal ha riferito anche che Musk usa la ketamina, sia come trattamento della depressione che a scopo ricreativo. Inoltre ha anche affermato che aveva assunto "droghe illegali" con un membro del consiglio di amministrazione di SpaceX, ma non ha detto quali droghe.

La maggioranza che supporta il governo, con il placet di Meloni, in questi giorni ha votato l'approvazione in prima lettura alla Camera del DDL Sicurezza, una legge pensata esclusivamente per vietare il dissenso in Italia, che tra le varie norme contiene anche quella che penalizza l'uso della cannabis light, inserita nella tabella delle droghe pesanti.

In Italia Meloni mette sul lastrico 30mila persone che lavorano da anni nel settore della produzione e della commercializzazione della cannabis light, mentre in America sceglie come suo testimone un personaggio che fa uso di marijuana, LSD, cocaina, ecstasy, funghi e ketamina.

Quando la coerenza è tutto!

Autore Piero Rizzo
Categoria Politica
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