Misure PNRR definanziate significa che al momento i progetti che gli Enti (non il Governo) dovevano presentare non sono ammissibili ai finanziamenti europei del PNRR.
Non sappiamo se è per carenza di progetti, per opacità delle strutture richiedenti o per non aderenza agli obiettivi UE, ma ormai è andata così e ricordiamo tutti Draghi e Mattarella che in tempi non sospetti davano l'allarme.
Pertanto, il Governo italiano è tenuto a ritirarli o quanto meno a sospendere la propria quota di finanziamenti.
In questo quadro normativo va letto l'intervento, proprio l'altro ieri, del ministro per il PNRR Raffaele Fitto che ha rassicurato tutti.
Non solo "gli interventi previsti all'interno del Pnrr vanno avanti regolarmente. Non c'è nessuna interruzione rispetto a tutto ciò che è previsto. Le nuove misure individuate non saranno oggetto di definanziamento, andranno avanti regolarmente".
Soprattutto, il Governo non demorde e quei 15,9 miliardi definanziati saranno oggetto di negoziazione con la UE, onde ottenerli con altre deroghe.
A riprova di una negoziazione in atto con la UE, il Servizio Studi del Parlamento ha confermato che al momento quei progetti/misure non sono ridestinati ad altre fonti di finanziamento, cioè sono ancora da determinare "gli strumenti e le modalità attraverso i quali sarà mutuata la fonte di finanziamento delle risorse definanziate dal Pnrr."
E dovremmo essere finalmente arrivati al dunque, se Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, annuncia che "le Regioni sono pronte a collaborare per il processo di rimodulazione del PNRR."
Keep calm ... era (e sarà) questo il problema, non il governo Draghi o Meloni che sia .