Le bugie non sono opinioni e fare politica sulle bugie non ha nulla a che fare con la democrazia
Prendiamo un piccolo esempio del modo di fare politica che in Italia, ma non è assolutamente da escludere che non sia lo stesso in altri Paesi, va per la maggiore.
Accade un fatto a cui i media danno risalto e alcuni politici ci si buttano a pesce per esprimere la loro opinione sui propri account social, un opinione, ovviamente, mai controcorrente.
Due ragazzini imbrattano una tela di Van Gogh e subito Matteo Salvini (o chi per lui) pensa sia conveniente pubblicarne il video in modo da commentarlo così:
«“Ambientalisti”? No. Imbecilli, vandali, criminali».
Non gli è da meno un altro suo collega, pure lui senatore della Repubblica, Matteo Renzi:
«Imbrattare un capolavoro di Van Gogh non è un gesto da ambientalisti. È un gesto da criminali. Che assurdità».
In realtà che cosa hanno imbrattato i due ragazzini? Il vetro a protezione della tela. Pertanto, il gesto che hanno fatto - giusto o sbagliato che sia - non era criminale, ma solo simbolico, per dimostrare che alle opere d'arte si dà più valore che alla vita delle persone. Il danno al quadro si può valutare nel costo che occorre nel passare uno straccio o della carta sul vetro a protezione, compreso il detergente usato per la pulizia.
Ma se i due politici da cortile avessero spiegato l'evento per quello che era, non avrebbero ottenuto la stessa indignazione e gli stessi "like".
La considerazione conseguente, pertanto, non può che essere che Matteo Salvini e Matteo Renzi non sono persone serie, sia perché perdono tempo a riportare notizie simili, sia perché le riportano in maniera incompleta, finendo pure per stravolgerne il significato.
Il guaio è che Salvini e Renzi, ed altri loro colleghi, utilizzano la stessa strategia per supportare i loro programmi politici. Per dimostrarlo prendiamo queste altre dichiarazioni... pro nucleare.
L'immagine di una foto di giornale con su scritto "Greta Thunberg difende il nucleare: errore chiudere le centrali in Germania" tre giorni fa veniva commentata così da Matteo Salvini:
«Sì al Nucleare, se lo sostiene perfino Greta...!»
Oggi lo stesso Salvini ritorna sull'argomento:
«Più di 400 reattori nucleari operativi nel mondo, più di 100 solo in Europa, oltre 50 nella vicina Francia. Energia pulita, sicura e meno costosa. Io vorrei che anche l’Italia potesse valorizzare il Nucleare di ultima generazione, per ambiente più pulito e bollette meno care. Che ne pensate?»
Sullo stesso argomento si è espresso anche Matteo Renzi dichiarando:
«Oggi persino Greta apre al nucleare di nuova generazione. Da noi invece i finti ambientalisti continuano a lavorare contro i rigassificatori, i termovalorizzatori, il gas in Adriatico».
In realtà, che cosa ha "realmente" detto sul nucleare Greta Thunberg intervistata in Germania in un talk show della ARD?
Banalmente che per lei sarebbe sbagliato che la Germania, a causa della crisi energetica, per produrre energia elettrica non utilizzasse le centrali nucleari che ancora sono in funzione invece di riaprire le centrali a carbone. In pratica, l'indicazione di una soluzione che possa definirsi come male minore espressa dall'attivista per il clima svedese è stata reinterpretata dai due Mattei come uno spot per produrre energia tramite il nucleare.
Si potrebbe poi aggiungere che il nucleare di nuova generazione non esiste, che le prime centrali di prova saranno pronte intorno al 2030, che i costi dell'energia generata da quelle centrali sono tutti da verificare, ecc. ... ma si finirebbe per andare fuori tema.
L'argomento, invece, è un altro: il modo di fare politica, in Italia.
Come dimostrano questi due esempi, quotidianamente, sui loro profili social i politici italiani fanno affermazioni che spesso sono parzialmente vere oppure non verificate oppure palesemente false.
Però, tramite tali affermazioni, supportate entusiasticamente da profili di persone inesistenti, vengono promosse scelte politiche che sono inutili, sbagliate, dannose per la collettività, mentre invece sono manna per pochi.
Questi politici poi si presentano in televisione e nessuno gli chiede conto delle loro falsità, anzi in quell'occasione le falsità vengono veicolate senza alcun problema perché, secondo i giornalisti italiani, le bugie diventano opinioni e come tali possono essere espresse impunemente.
Tutto questo viene poi giustificato da alcuni con l'utilizzo dei termini democrazia, grande paese, costituzione, pluralismo... ma siamo sicuri che prendere in giro gli italiani o raccontar loro bugie siano pratiche di un paese democratico?