Ieri, dopo la conferenza stampa quotidiana della Protezione Civile, tenutasi come sempre alle 18, c'è stata un'ondata di entusiasmo sulla stampa italiana. Su quasi tutti i siti, anche molto autorevoli come quello dell'Ansa (vedi immagine sottostante) veniva riportato, con molta evidenza, che l'incremento dei casi dal 29 al 30 marzo era stato di 1.648. Addirittura, si metteva in risalto il fatto che questo dato si era più che dimezzato rispetto al giorno precedente, quando era stato di 3.815. 


Tutto questo è palesemente falso e l'entusiasmo non è giustificato o almeno non lo è in base a questo dato. Vediamo perché.

L'incremento dei casi cioè del numero di persone contagiate da quando è iniziata l'emergenza del Coronavirus è stato, in realtà, di 4.050, altrimenti non si spiegherebbe il totale di 101.739 rispetto ai 97.689 del giorno precedente. Ma allora, questo 1.648 da dove salta fuori?

Semplice. Dai 4.050 sono stati sottratti i guariti (1.590) e i morti (812). Il risultato è appunto 1.648, che è l'incremento delle persone attualmente positive, passate da 73.880 a 75.528. Un dato questo che non giustifica entusiasmi di sorta, dal momento che contiene in sé un elemento negativo, come il numero di morti. Paradossalmente, può diminuire e addirittura diventare negativo, facendo registrare un decremento, nel caso di un elevato numero di decessi, che non sarebbe certo una buona notizia.

Oltettutto l'aumento del numero degli attuali positivi, fatta eccezione per la logistica ospedaliera, non serve a molto e soprattutto non serve a valutare l'efficacia delle misure di distanziamento sociale, che hanno come finalità quella di ridurre la diffusione del contagio. Ma, se il contagio continua a diffondersi lo si capisce dall'aumento del totale dei contagiati, al lordo di morti e guariti, appunto 4.050. Fra l'altro, anche attenendoci a questo dato un certo miglioramento c'è stato, se pur non certo un dimezzamento, essendo diminuito rispetto al giorno precedente quando era stato di 5.262.

Ma allora perché non dare risalto a questo dato, che fornirebbe un'idea più chiara di quanto sta accadendo? Certo il capo della Protezione Civile Borrelli contribuisce a confondere le acque. Infatti, non dice mai l'aumento del numero totale di contagiati, ma solo degli attualmente positivi.

Lo fa intenzionalmente e dietro c'è una strategia comunicativa ben precisa, volta a non spaventare la gente e a convincerla che il sacrificio di starsene in casa serve a qualcosa? Verrebbe da pensare che le cose stiano proprio così. Infatti, il numero di morti, un dato che spaventa, contribuisce alla riduzione degli attuali positivi, un dato, invece, apparentemente confortante. Un tentativo da parte del povero Borrelli di raggiungere una sorta di equilibrio, al fine di non turbare troppo gli italiani.

Ma la stampa perché non dice le cose come stanno? Non vuole, come Borrelli, far preoccupare troppo i suoi lettori, oppure riferisce le notizie con superficialità senza approfondire? Non è solo la stampa italiana che si è lasciata "trarre in inganno", anche il tedesco "Der Spiegel" ha scritto di un incremento di 1.648 casi, salvo essere corretto dal commento di un suo lettore. Fortunatamente, almeno il New York Times ha fornito il dato corretto di 4.050.