La Cgia, nel consueto rapporto di fine settimana, ci fa notare che dall'inizio del 2000 fino al 2018 il Pil dell'Italia è cresciuto mediamente dello 0,2% all'anno. Nel passato, le cose andavano diversamente. Tra il 1960 e la fine degli anni '70 l’aumento medio del Pil era del 4,8% annuo. Tra gli anni '80 e '90 la crescita media era del 2%.

Questi numeri ci ricordano il perché in Italia si parli ancora di crisi e povertà, nonostante l'impegno di molti nel dire che l'economia del Paese sia in fase di rilancio.

La politica del rigore imposta dalla Germania all'Europa può essere una spiegazione alla mancata crescita dell'Italia dopo la crisi del 2008, ma sarebbe sbagliato spiegare i problemi del nostro Paese rifugiandoci dietro quello che per molti di coloro che hanno governato è diventato un alibi alla loro incapacità.

L'ingresso nell'euro è stato fatto senza pensare che l'Italia, in passato era cresciuta soprattutto grazie alla svalutazione della Lira, il vero motore economico delle PMI italiane, protette dai dazi anche negli scambi con l'Europa. Nel momento in cui lo scambio delle merci è stato liberalizzato all'interno dell'Ue, i nani italiani si sono dovuti confrontare con i giganti europei. E a tutto questo c'è da aggiungere il fatto che la Cina, con l'ingresso nel WTO, non era tanto un'opportunità, quanto una vera e propria minaccia per molti settori del manifatturiero italiano.

La mancanza di investimenti, causata anche dalla crisi, ha fatto il resto. Negli ultimi 18 anni la produzione manifatturiera in Italia è diminuita del 16,1%: nessun altro tra i principali paesi avanzati dell’Ue ha fatto peggio. Invece, tra il 2000 e il 2018 la produzione manifatturiera in Germania è aumentata di quasi 33 punti percentuali.

In Germania, tra l'altro, hanno saputo sfruttare l'unione tra Est e Ovest, così che la Germania Orientale non è diventata una zavorra alla crescita tedesca, bensì un volano di crescita per la sua economia.

Il sud potrebbe essere per l'Italia la stessa cosa, ma è impossibile che ciò avvenga a causa della mancata programmazione di chi governa e di chi ha governato finora... partiti e movimenti a cui manca completamente un'idea di Paese, che licenziano provvedimenti spot solo per cercare di creare un consenso che gli garantisca una clientela elettorale per le prossime elezioni.

Non è così che può crescere, di nuovo, l'economia di un Paese.