Renato Brunetta ha aperto le procedure per la copertura di tre incarichi di vertice al Ministero della Funzione pubblica strettamente connessi al Pnrr.

Il problema? Tutta la dirigenza d’Italia sa che non si possono conferire incarichi a governo sfiduciato e nell'imminenza di un voto che determinerà l’insediamento del successivo. Impedimento ribadito per altro da una recente circolare di Draghi sul disbrigo degli affari correnti.

Ma Brunetta tira dritto, assestando un colpo di coda che fa discutere. Insorgono le associazioni dei dirigenti, che chiedono alla Presidenza del Consiglio di annullare le procedure “last minute” prima che sia dato corso alle designazioni. Sul caso si annunciano già interrogazioni parlamentari. “I ministri uscenti non conferiscano incarichi apicali attribuendo obiettivi che devono essere prefissati per un triennio, visto che tra meno di tre mesi sarà in carica una nuova compagine governativa”, ammonisce ad esempio il deputato di Fdi Paolo Trancassini.

Brunetta fa partire le procedure per le nomine il 15 luglio scorso, col governo Draghi sull’orlo della sfiducia. Quel giorno il ministro della Funziona Pubblica firma un decreto che riorganizza gli uffici del Dipartimento e fa partire dal 3 di agosto una procedura di interpello per individuare “entro dieci giorni” tre posizioni dirigenziali apicali strettamente connesse agli obiettivi del Pnrr: sono i coordinatori degli uffici per la semplificazione e digitalizzazione, qualità della performance e le riforme, organizzazione e lavoro pubblico. 

Più o meno negli stessi giorni anche il ministro Amendola procede ad una importante nomina all'interno del suo ministero per i rapporti col parlamento. La procedura è quantomeno impropria come ribadito anche da una circolare del 21 luglio, diramata dallo stesso premier Mario Draghi, che limitava il perimetro delle attività del disbrigo degli affari correnti, a cui il governo dimissionario deve attenersi. Tra queste attività era espressamente esclusa la possibilità di effettuare nomine.

In una nota congiunta Classi Dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni (AGDP) e l’associazione Allievi della Scuola Nazionale dell’Amministrazione hanno chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’immediato ritiro degli interpelli in questione e di “assicurare la necessaria vigilanza presso tutte le pubbliche amministrazioni affinché non si ripetano simili episodi di evidente lesione dei principi di buon andamento e imparzialità delle Pubbliche Amministrazioni stabiliti dall’art. 97 della Costituzione”.

Molto dura anche l'opposizione di Fratelli d'Italia con un intervento articolato per denunciare fermamente questa scorretta pratica utilizzata dai due ministri di Draghi. “Ai sensi della “circolare del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 luglio 2022 in tema di disbrigo di affari correnti” – ha detto in una nota il senatore Giovan Battista Fazzolari – è infatti delineato con chiarezza il perimetro delle limitate attività che è possibile eseguire nelle more della imminente competizione elettorale e dell’insediamento del nuovo Governo e tra gli atti che non è più possibile effettuare rientrano appunto le nomine e le designazioni, a meno che non siano necessarie perché vincolate nei tempi da leggi o regolamenti, ovvero da esigenze funzionali non procrastinabili oltre i termini di soluzione della crisi. Solo nelle ultime ore risultano, ad esempio, avviate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ben quattro procedure per il conferimento di altrettanti incarichi di Direttore Generale in posizioni-chiave: tre da parte del ministro Brunetta presso il ‘Dipartimento della Funzione Pubblica’, uno da parte del sottosegretario Amendola in quello delle ‘Politiche Europee'”. 

Il senatore si è rivolto personalmente al presidente Draghi perché intervenga prontamente per fermare queste nomine da parte dei suoi due ministri, ricordando la sempre leale e corretta opposizione del suo partito al governo in questi mesi. “Fratelli d’Italia, che in questi anni ha sempre condotto un’opposizione dura, ma leale e costruttiva, chiede che anche il Governo, nel corrente delicato passaggio istituzionale, sia rispettoso delle regole. Va sgombrato anche il solo dubbio che la loro violazione sia finalizzata alla peggiore delle scorrettezze istituzionali: lasciare ‘in eredità’ per un triennio, da parte di un ministro ed un sottosegretario uscenti, dirigenti apicali di propria stretta fiducia alla nuova compagine governativa che si insedierà tra meno di tre mesi. Ci attendiamo, perciò, un impegno in tal senso da parte del Presidente Draghi, al quale chiediamo anche una maggior vigilanza nei confronti di quelli che restano pur sempre, almeno formalmente, componenti del ‘suo’ Governo”, ha concluso Fazzolari.