Dal Myanmar alla schiavitù, così papa Francesco all'Angelus del 7 febbraio
Myanmar, minori migranti non accompagnati, inverno demografico in Italia e schiavitù: questi gli argomenti trattati da papa Francesco, domenica 7 febbraio, dopo la preghiera dell'Angelus, preceduta dalla spiegazione del passo del vangelo di Marco, dedicato alla guarigione della suocera di Pietro.
Così si è espresso Papa Francesco:
"In questi giorni seguo con viva preoccupazione gli sviluppi della situazione che si è venuta a creare in Myanmar, Paese che, dal tempo della mia visita apostolica del 2017, porto nel cuore con tanto affetto. In questo momento così delicato desidero assicurare nuovamente la mia vicinanza spirituale, la mia preghiera e la mia solidarietà al popolo del Myanmar. E prego affinché quanti hanno responsabilità nel Paese si mettano con sincera disponibilità al servizio del bene comune, promuovendo la giustizia sociale e la stabilità nazionale, per una armoniosa convivenza. Preghiamo per il Myanmar. Desidero rivolgere un appello in favore dei minori migranti non accompagnati. Sono tanti! Purtroppo, tra coloro che per vari motivi sono costretti a lasciare la propria patria, ci sono sempre decine di bambini e ragazzi soli, senza la famiglia ed esposti a molti pericoli. In questi giorni, mi è stata segnalata la drammatica situazione di quelli che si trovano sulla cosiddetta “rotta balcanica”. Ma ce ne sono in tutte le “rotte”. Facciamo in modo che a queste creature fragili e indifese non manchino la doverosa cura e canali umanitari preferenziali.Oggi si celebra in Italia la Giornata per la Vita, sul tema “Libertà e vita”. Mi unisco ai Vescovi italiani nel ricordare che la libertà è il grande dono che Dio ci ha dato per ricercare e raggiungere il bene proprio e degli altri, a partire dal bene primario della vita. La nostra società va aiutata a guarire da tutti gli attentati alla vita, perché sia tutelata in ogni sua fase. E mi permetto di aggiungere una mia preoccupazione: l’inverno demografico italiano. In Italia le nascite sono calate e il futuro è in pericolo. Prendiamo questa preoccupazione e cerchiamo di fare in modo che questo inverno demografico finisca e fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine.Domani, memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, religiosa sudanese che conobbe le umiliazioni e le sofferenze della schiavitù, si celebra la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. Quest’anno l’obiettivo è lavorare per un’economia che non favorisca, nemmeno indirettamente, questi traffici ignobili, cioè un’economia che non faccia mai dell’uomo e della donna una merce, un oggetto, ma sempre il fine. Il servizio all’uomo, alla donna, ma non usarli come merce. Chiediamo a Santa Giuseppina Bakhita che ci aiuti in questo".