Il commissario Oettinger ricorda a Di Maio quanto sia il reale contributo che l'Italia dà all'Europa
Il Commissario europeo per il bilancio e le risorse umane Günther Oettinger ha annunciato sul proprio account twitter di aver rilasciato un'intervista in risposta alla minaccia del Governo italiano, di rivedere i pagamenti fatti dall'Italia all'Europa.
Luigi Di Maio, cercando di rendere ancor più chiara la dichiarazione rilasciata in precedenza dal premier Conte, nei giorni scorsi aveva spiegato che l'Italia ogni anno versa all'Europa 20 miliardi di euro. Dopo il rifiuto di rivedere la politica di accoglienza nei confronti dei migranti, Di Maio aveva ipotizzato che l'Italia avrebbe trattenuto una parte di quei soldi.
Oettinger ha però voluto precisare come stiano le cose in realtà. L’Italia ogni anno versa all'Europa tra i 14 e i 16 miliardi di euro e non 20 miliardi, come affermato da Di Maio. Però in base ai soldi che l'Europa restituisce all'Italia, ciò che il nostro Paese dà ogni anno a Bruxelles si aggira tra i 2 e i 3 miliardi di euro.
«20 miliardi di euro sono una barzelletta.»
Oettinger, che ha ammesso che l'Ue è stata, nei confronti dell'Italia, a lungo inerte riguardo i problemi relativi alla migrazione e che per ragioni geografiche Roma ha dovuto fare molto per il salvataggio, la prima accoglienza e l’integrazione dei rifugiati, venerdì aveva comunque avvertito il nostro governo che una sospensione dei pagamenti sarebbe stata una violazione e avrebbe portato a sanzioni severe.
Infine, il Commissario al bilancio ha voluto far presente che la Commissione, per sostenere le richieste del nostro Paese, ha fatto sempre tutto ciò che era nelle sue possibilità in termini di risorse e denaro, ricordando anche che, a seguito dell'ultimo Consiglio europeo, ha provveduto a coordinare l'accoglienza dei rifugiati sbarcati sulle nostre coste tra gli Stati membri, per giungere a soluzioni volontarie basate sulla solidarietà.
A stretto giro è arrivata la replica via social del vicepremier Di Maio che, colto in fallo, ha dichiarato:
«Secondo l’Europa il veto del governo italiano sul bilancio e sui contributi netti è una farsa. Questo la dice lunga sulla considerazione che hanno del nostro Paese. Evidentemente sono abituati a premier e ministri italiani che vanno a Bruxelles con il cappello in mano.»
Come si legge nelle dichiarazioni precedenti Oettinger aveva detto tutt'altro, ma Di Maio, evidentemente o non ha capito o ha fatto finta di non capire per poter alimentare i suoi sostenitori con l'ennesima propaganda.
«La musica in Europa è destinata a cambiare, il finanziamento non è un dogma e non lo sarà nemmeno quando si inizierà a parlare di una vera solidarietà, e non di vincoli insostenibili tanto dal punto di vista sociale quanto da quello economico.
Soprattutto, non è un dogma l’approvazione del quadro finanziario pluriennale dei prossimi sette anni, che vorrebbero far passare in fretta e furia prima delle prossime elezioni europee. Non glielo lasceremo fare, se la situazione sull'immigrazione non cambierà di qui a breve il veto sarà certo.»
Questo l'orgoglio del cambiamento espresso da Di Maio che, però, non ha detto nulla sul fatto che l'Italia, ogni anno tra dare e avere, dà all'Europa non 20 miliardi ma 2 o 3 al massimo. Ma con l'avvento del cambiamento non è escluso che anche l'aritmetica abbia subito delle modifiche.