Mentre continua la complicata opera di riconoscimento delle vittime del crollo di una parte del ghiacciaio della Marmolada del 3 luglio scorso, è per fortuna confermata la diminuzione del numero dei dispersi che, nel corso delle ore, progressivamente si è ridotto a 5, tutti di nazionalità italiana.
Uno dei feriti è stato dimesso dall'ospedale, ed il numero dei ricoverati pertanto scende 7, mentre sono è stato riconosciuto un ferito di cui non si conoscevano le generalità. Si tratta di un ragazzo trentino.
E mentre si definiscono i contorni della tragedia, iniziano le polemiche - comprensibili - dei parenti dei sopravvissuti che si chiedono perché l'accesso al ghiacciaio non fosse stato proibito, visto che già in molti avevano segnalato che sotto il ghiaccio l'acqua aveva già da tempo iniziato a scorrere a causa delle alte temperature.
Questa è l'accusa della sorella di Erica Campagnaro, una signora di Tezze sul Brenta (Vicenza) che, insieme al marito, risulta tra i dispersi della Marmolada. E non sarà l'unica a porsi tale domanda.
Intanto, le operazioni di ricerca dei dispersi proseguiranno ad oltranza. Lo ha confermato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti - affiancato dal sindaco di Canazei Giovanni Bernard - a margine della riunione tecnica con le donne e gli uomini della Protezione civile trentina e nazionale e le forze dell'ordine.
"Per quanto riguarda le attività di ricerca - ha dichiarato il presidente Fugatti - nella giornata di domani le ricerche proseguiranno con l'ausilio dei droni. Appena le condizioni lo consentiranno, saranno attivate anche le ricerche via terra, assicurando la necessaria sicurezza del personale coinvolto. Non lasceremo nulla di intentato".
Il presidente nazionale del Soccorso alpino e speleologico Maurizio Dellantonio ha specificato che le operazioni via terra partiranno presumibilmente nella giornata di giovedì nella parte a valle del distacco:
"Il ghiaccio si sta sciogliendo e rimane ora in superficie una coltre di terra e sassi. Grazie all'intervento degli operatori via terra e, con l'eventuale ausilio di cani specializzati, si cercheranno dunque nuovi reperti".
Al fine di garantire l'incolumità degli operatori sul campo, il personale della Protezione civile del Trentino ha portato nella parte superiore della montagna interferometri e radar doppler, ossia speciali apparecchiature di monitoraggio che misurano i movimenti della parete ghiacciata con la strumentazione che lancia un allarme per consentire agli operatori di mettersi al sicuro in caso di pericolo.