"Auspico che sia fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente. Ma l’ennesima inaccettabile strage sul lavoro - a pochi giorni dal 1 maggio - deve riproporre con forza la necessità di un impegno comune che deve riguardare le forze sociali, gli imprenditori e le istituzioni preposte".

Queste le parole pronunciate da Mattarella a seguito dell'ennesima strage sul lavoro, avvenuta il 6 maggio, in Sicilia.

Dopo aver sollevato un tombino lungo la statale che collega Casteldaccia a Palermo, tre operai si sono calati all'interno per fare dei lavori di manutenzione nella fogna, ad una profondità di circa 5 metri. Erano dipendenti della ditta Quadrifoglio Srl, che operavano per conto di Amap, l'azienda municipalizzata di Palermo.

Subito dopo avere fatto i primi scalini, con la pompa ancora in mano, i tre si sono sentiti male perdendo i sensi.

Non sentendoli, altri due colleghi, si sono calati nel tombino fino a raggiungerne la pavimentazione in cemento, ma anche loro sono rimasti vittime delle esalazioni di idrogeno solforato, dieci volte sopra il limite consentito. Un sesto operaio che si trovava all'esterno è subito sceso per soccorrerli, ma subito dopo essersi reso conto delle esalazioni, è riuscito a risalire in superficie, salvandosi, anche se è ricoverato al Policlinico di Palermo in gravi condizioni.

Le vittime: Epifanio Assazia, 71 anni, di Partinico, titolare della Quadrifoglio Group srl. Ignazio Giordano, 57 anni, risiedeva a Partinico ed era dipendente della Quadrifoglio. Anche Giuseppe Miraglia, 47 anni, residente a San Cipirello e Roberto Raneri, 51 anni, residente ad Alcamo, provincia di Trapani, erano dipendenti della Quadrifoglio Group srl. Mentre il più giovane, Giuseppe La Barbera, 26 anni, era un lavoratore interinale di Amap.

Il comandante dei Vigili del Fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio, commentando l'accaduto, oltre a comunicare quale fosse stata la causa della morte dei cinque lavoratori, senza entrare nel merito della dinamica dell'accaduto, ha fatto notare che la strage era evitabile. Gli operai non indossavano maschere di protezione.

Oggi a Palermo Cgil, Cisl e Uil hanno indetto 4 ore di sciopero di con una manifestazione che si è tenuta davanti alla Prefettura.

"Ormai è acclarato che nelle catene di appalti e subappalti – ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – la sicurezza dei lavoratori è la prima cosa a venire meno. In questo caso bisogna chiarire la responsabilità del committente che ha affidato i lavori a una ditta non specializzata, non sono stati neanche forniti i più elementari dispositivi di sicurezza.Sono gravi anche i ritardi della Regione - ha proseguito Mannino -, a cui abbiamo chiesto la sottoscrizione di un protocollo sulla filiera degli appalti, un tavolo permanente sui temi di salute e sicurezza e che continua a non implementare il numero degli ispettori del lavoro. Oggi – ha detto Mannino – è una tappa della mobilitazione che proseguirà finché non otterremo risposte. La Regione non può più sottrarsi rispetto alle proprie responsabilità".



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