Per le prossime elezioni del 25 settembre, i residenti all'estero sono già stati deprivati della possibilità di esprimere un voto secondo i canoni della democrazia, in quanto le schede per i collegi esteri mancano delle nuove liste che vanno da Italia Sovrana e Popolare fino ad Italexit.

Per coloro in Italia c'è ancora la possibilità di poter far sentire la propria voce a questa classe politica priva di tutto, al di là di ogni intendimento che non sia quello del piccolo interesse e ignara di qualunque etica democratica. Mai il Paese ha visto una tale classe d'individui sprofondati tra poltrone di porpora ed oboli d'ogni genere per i quali sono capaci di svendere anima e cuore insieme all'esistenza dei loro concittadini. Non credo che nella memoria repubblicana italiana, nonostante la travagliata ed a volte sconcertante storia dal 1946 ad oggi, si sia mai visto un parlamento di tal fatta.

Quello che è avvenuto in Italia, a partire dalla fine di gennaio del 2020, è qualcosa che trascende la solita miseria e dipendenza delle classi dirigenti italiane. Con il 2020 si è aperta una ferita nella politica democratica che ha dato luogo ad una svolta verso territori ancora inesplorati e distanti non soltanto dalla decenza, dalla compassione e dalla verità, ma anche da quei principi costituzionali che stavano a guardia del sistema democratico.

Tutto questo vuol dire che sono bastati i pochi anni di una breve legislatura per condurre il Paese nell'anticamera di una pericolosissima post-democrazia: un territorio nuovo ed insidioso. Forse si dimentica con troppa facilità che l'Italia "ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" (art. 11 della Costituzione), un principio letteralmente calpestato da questa classe politica irresponsabile oltre ogni limite.

Ribadiamo che mai si era vista, nella storia repubblicana, una classe politica così incosciente ed irresponsabile: per trovare degli esempi bisogna forse tornare al tronfio  Mussolini quando annunciava, dal balcone di palazzo Venezia, che l'italietta di allora dichiarava guerra agli Stati Uniti del 1941.

Ben nota - oggi - la pertinente osservazione di Giovanni Ansaldo: "ma il Duce l'ha mai visto l'elenco telefonico di New York?" Ovviamente non passò molto affinché gli italiani tutti iniziassero a pagare le pesanti conseguenze di quell'irresponsabilità trovandosi centinaia di bombardieri sulle loro teste. Almeno di quei tempi si può dire che non erano democratici, ma una democrazia come quella italiana non avrebbe innanzitutto il dovere di perorare la pace?

Questo è, chiaramente, soltanto il momento più estremo raggiunto dalla politica attuale e gli italiani stanno già pagando, con durezza inaudita, le conseguenze delle scelleratezze iniziate con il decreto di gennaio 2020 e continuate fino ad oggi. La gran parte dei media generalisti vendono la grave situazione economica e sociale del Paese come il prodotto di fattori esterni che vanno dal Covid a Putin, ma solo un popolo ipnotizzato dagli schermi della disinformazione può arrivare a credere che sia un virus a firmare dei decreti legge ed un capo di Stato straniero a stampare moneta.

I danni di ogni genere provocati sulla socialità a partire dal 2020 sono danni provenienti da precise decisioni politiche e la stessa inflazione è derivata dall'eccesso di quantità di denaro in circolazione che, com'è noto, per l'Italia non viene stampato dalla Banca centrale russa!

Lo scenario attuale, e la grave indifferenza per l'elementarietà costituzionale che questa classe politica trasmette anche alla gran parte degli italiani, dovrebbe quantomeno indicare l'essenzialità del voto del 25 settembre 2022, evidenziando il rischio che queste elezioni possono segnare, ossia il passaggio del Rubicone verso imponderabili territori della postdemocrazia tanto agognata da plutocrati e aspiranti stregoni. Se il cittadino verrà, com'è purtroppo facile temere, ulteriormente irretito dall'apparato mediatico con cui si trasforma il falso in vero ed il vero in falso, questa volta, come in altri drammatici momenti della storia italiana, ne va davvero della sua esistenza.