Continuano a diminuire i preti e le vocazioni al sacerdozio. Ma non in Africa e Asia. Si offrono per le Celebrazioni i preti sposati
Il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati commenta i i trend registrati nell’ultimo Annuarium Statisticum Ecclesiae che fotografa la situazione alla fine del 2022. Il volume, redatto dall’Ufficio centrale di Statistica della Chiesa e pubblicato dalla Tipografia Vaticana, è – al pari dell’Annuario Pontificio 2024 – in distribuzione nelle librerie in questi giorni, come informano i media vaticani.
"Il calo numerico dei preti dovrebbe essere gestito diversamente dai vertici vaticani. Bergoglio è autore di mancate riforme necessarie alla vita della Chiesa come la riammissione al ministero dei preti sposati".
Nel 2022 viene segnalato un ulteriore calo del numero dei sacerdoti rispetto all’anno precedente, in continuità così con il trend decrescente che ha caratterizzato gli anni a partire dal 2012. Il numero globale dei sacerdoti nel mondo nel 2022, rispetto a quello del 2021, ha subito una diminuzione di 142 unità, passando da 407.872 a 407.730 unità. Se Africa e Asia mostrano una dinamica sostenuta (rispettivamente +3,2% e 1,6%) e America si mantiene pressoché stazionaria, Europa, con il maggior peso sul totale, ed Oceania registrano, invece, tassi di variazione negativi e pari, rispettivamente all’1,7 e all’1,5 per cento. Per quanto riguarda le vocazioni sacerdotali prosegue il calo registrato a partire dal 2012. Nel 2022 i seminaristi maggiori sono pari a 108.481 unità, con una variazione di -1,3% rispetto alla situazione di un anno prima. In Africa tuttavia il numero dei seminaristi maggiori, nel biennio sotto esame, è aumentato del 2,1%. In tutte le partizioni dell’America si è assistito ad una diminuzione delle vocazioni che si concretizza in una variazione di -3,2%. In Asia si registra una diminuzione che porta il numero dei seminaristi maggiori nel 2022 ad un livello inferiore di 1,2% rispetto a quello del 2021.La crisi delle vocazioni che ha interessato l’Europa sin dal 2008 non sembra arrestarsi: nel biennio 2021-2022, il numero dei seminaristi è diminuito del 6%. In Oceania le vocazioni sacerdotali nel 2022 superano dell’1,3% quelle del 2021. Dei 108.481 seminaristi di tutto il mondo, nel 2022, il continente che manifesta il maggior numero di seminaristi è l’Africa con 34.541 unità. Ad esso seguono l’Asia con 31.767, l’America con 27.738, l’Europa con 14.461 e infine l’Oceania con 974 seminaristi maggiori.Continua a diminuire anche il numero delle consacrate. Ma in Africa aumentano. A livello globale, esse passano da 608.958 unità, nel 2021, a 599.228 nel 2022, con una flessione relativa dell’1,6%. Si rilevano differenze di comportamenti analizzando gli andamenti temporali per le singole aree territoriali. L’Africa è il continente con l’aumento maggiore delle religiose, che sono passate da 81.832 unità nel 2021 a 83.190 nel 2022, con un incremento relativo di 1,7%. Segue l’area del Sud Est Asiatico, dove le religiose professe sono passate da 171.756 nel 2021 a 171.930 nel 2022, con un incremento di appena lo 0,1%. Il Sud e l’area centrale dell’America mostrano un calo: si passa da 98.081 religiose nel 2021, a 95.590 nel 2022, con un decremento globale di 2,5%. Infine si annoverano tre arre continentali accumunate da una contrazione marcata: si tratta dell’Oceania (-3,6%), dell’Europa (-3,5%) e dell’America del Nord (-3,0%).In controtendenza i dati sui diaconi permanenti, che continuano a mostrare una significativa dinamica evolutiva, in tutti i Continenti. Il numero dei diaconi aumenta, nel 2022, del 2% rispetto alla data di un anno prima, passando da 49.176 a 50.150 unità. Il numero migliora in tutti i continenti a ritmi significativi. In Africa, Asia e in Oceania, dove non raggiungono ancora il 3% del totale, essi aumentano dell’1,1%, attestandosi a 1.380 unità nel 2022. Il dato migliora anche in aree dove la loro presenza è quantitativamente rilevante. In America ed in Europa, dove risiede il 97,3% della popolazione complessiva, i diaconi sono aumentati, nel biennio considerato, rispettivamente del 2,1 e dell’1,7 per cento.
Fonte: avvenire.it
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