L’Europa ha vissuto in pace per più di settant’anni e tutti noi eravamo convinti che tale “paradiso in terra” non sarebbe stato più toccato dal male, ma quanto sta accadendo dimostra la nostra miopia e una visione della realtà a misura del nostro egoismo.
Gli orrori dei campi di sterminio e delle bombe nucleari “sperimentate” su Hiroshima e Nagasaki venivano tacitati dal trattato di Jalta. Si trattò di un vertice tenutosi dal 4 all'11 febbraio 1945 a cui parteciparono Franklin Delano Roosevelt (Stati Uniti), Winston Churchill (Regno Unito) e Iosif Stalin (Unione Sovietica) mentre le operazioni militari non erano ancora concluse infatti l’Armata Rossa era a meno di 100 Km da Berlino mentre gli Alleati occidentali erano arrivati appena ai confini tra Francia e Germania, in Italia il fronte era fermo da mesi sulla linea Gotica. Quel trattato determinò i destini dell’Europa occidentale sotto la diretta influenza degli USA, Regno Unito e Francia; dell’Europa orientale sotto quella dell’Unione Sovietica.
Sicuramente quel trattato modificò i rapporti tra i due blocchi dando vita ad un lungo periodo di rapporti conflittuali denominato “guerra fredda” poggiato su l’equilibrio del terrore di un conflitto nucleare.
Nel frattempo nel resto del mondo le cose non andavano bene per nulla. Con la caduta del muro di Berlino e l’apertura di Gorbaciov all’Occidente sembrava essersi concluso definitivamente un periodo conflittuale tra le due potenze nucleari invece quella fu un’occasione mancata per tutti coloro che speravano in un futuro sicuro senza la minaccia nucleare a determinare gli equilibri tra le parti.
L’Occidente ha sempre vantato uno stile di vita e un modello economico/politico invidiabili ma dietro a quanto si affermava e si continua ad affermare cosa stava accadendo? Cosa c’è di reale dietro lo schema di democrazia liberista, dietro lo stato di diritto, dietro le democrazie occidentali? In particolare, l’America con la sua illuminata costituzione, la sua carta dei diritti, la difesa della democrazia, ha veramente svolto un ruolo determinante per la difesa della libertà dei popoli?
Nel corso delle numerose conferenze tenute da John Perkins per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche politiche, economiche e ambientali prodotte dalla politica estera americana, un funzionario della Banca Mondiale intervenuto con il giovane figlio all’incontro, avvicinato l’autore usò, durante la breve conversazione, il termine scomparso da anni “impero” per indicare il ruolo rivestito dagli USA nel relazionarsi con numerosi Paesi dei vari continenti inoltre questa definizione è stata formulata nel corso di riunioni con studenti di varie università tenutesi tra il 2005 e 2006 quasi all’unanimità sono arrivati a questa conclusione: gli Stati Uniti presentano tutte le caratteristiche di un impero globale.
Nel caso specifico viene indicato come: “stato nazionale che domina altri stati nazionali e presenta una o più delle seguenti caratteristiche: 1) sfrutta le risorse dei paesi che domina; 2) consuma grandi quantità di risorse, in maniera sproporzionata alle dimensioni della propria popolazione rispetto a quelle di altre nazioni; 3) è dotato di un grande esercito per attuare le sue politiche laddove mezzi più sottili falliscono; 4) diffonde la propria lingua, letteratura, arte e vati aspetti della cultura in tutta la sua sfera di influenza; 5) tassa non soltanto i propri cittadini, ma anche quelli di altri paesi; 6) impone la propria moneta agli stati sotto il suo controllo”.
A proposito di ciascuno dei punti sopra riportati, continua:“Punti 1 e 2. La popolazione statunitense rappresenta meno del 5% della popolazione mondiale, eppure consuma più del 25% delle risorse del pianeta, prevalentemente sfruttando altri paesi, soprattutto del terzo mondo.Punto 3. Gli Stati Uniti dispongono dell’esercito più grande e tecnologicamente avanzato del mondo. Sebbene questo impero sia stato costruito principalmente grazie all’economia – per opera di sicari dell’economia – i leaders mondiali sono consapevoli che ogniqualvolta gli altri mezzi falliscono, interviene l’esercito, come in Iraq.Punto 4. La lingua inglese e la cultura americana dominano il mondo.Punti 5 e 6. Sebbene gli Stati Uniti non tassino direttamente altri paesi e il dollaro non abbia sostituito altre monete sui mercati locali, la corporatocrazia impone effettivamente una tassazione globale occulta e il dollaro è la moneta base del commercio mondiale. Il processo è iniziato alla fine del secondo conflitto mondiale con la modifica del regime aureo in base alla quale i dollari non potevano essere più convertiti da privati cittadini ma soltanto dai governi. Negli anni Cinquanta e Settanta gli Stati Uniti contrassero debiti sui mercati esteri per finanziare il crescente consumismo americano, le guerre di Corea e Vietnam e la Great Society di Lyndon B. Johnson. Quando gli uomini d’affari stranieri tentarono di riscuote dagli Stati Uniti i loro crediti sotto forma di beni e servizi, scoprirono che l’inflazione aveva ridotto il valore dei loro dollari, insomma avevano pagato una tassa indiretta. I loro governi richiesero il pagamento dei debiti in oro. Il 15 agosto 1971 l’amministrazione Nixon rifiutò e abbandonò del tutto il regime aureo. Washington si diede da fare per convincere il mondo a continuare ad accettare il dollaro come moneta di scambio. Con l’Affare riciclaggio di denaro saudita (SMA), che contribuì ad architettare nei primi anni Settanta, la casa reale saudita s’impegnò a vendere petrolio soltanto in dollari statunitensi. Siccome i sauditi controllavano i mercati petroliferi, gli altri paesi dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) furono costretti a adeguarsi. Fintantoché il petrolio avesse regnato come risorsa suprema, il dominio del dollaro come moneta di scambio internazionale era assicurato….e la tassazione indiretta sarebbe proseguita”.
Nei dibattiti emergeva anche un’ulteriore caratteristica, la settima: un impero è governato da un imperatore o un re che controlla il governo e i media, non è eletto dal popolo né soggetto alla sua volontà e non ha un mandato limitato per legge.
Molti tra noi non vogliono accettare una realtà del genere per cui ci sembra di poter distinguere gli Stati Uniti dagli altri imperi, ma è un’impressione illusoria infatti questo impero è retto da un gruppo di individui che collegialmente agiscono proprio come un capo unico infatti gestendo le maggiori corporations americane, tramite queste, gestiscono il governo degli Stati Uniti.
Continua: “Attraverso le ‘porte girevoli’ fanno avanti e indietro tra il mondo degli affari e della politica. Dal momento che finanziano le campagne elettorali e i media, controllano politici eletti e le informazioni che riceviamo”.
Questi individui (uomini e donne) che costituiscono gli elementi attivi della corporatocrazia mantengono le loro cariche a prescindere dal fatto che la Casa Bianca o il Congresso siano controllati dai repubblicani o dai democratici. Sono svincolati dalla volontà popolare e il loro mandato non è limitato dalla legge.
Questo impero moderno è stato creato surrettiziamente infatti la sua esistenza è ignorata da gran parte dei suoi cittadini invece lo sono coloro che ne subiscono lo sfruttamento, la cui maggioranza viene ridotta in una condizione di povertà estrema.
Perkins (il dato riportato risale al 2007) continua: “In media, 24.000 persone muoiono di fame e di malattie collegate alla malnutrizione ogni giorno.Oltre la metà della popolazione del pianeta vive con meno di due dollari al giorno, che spesso non sono sufficienti per provvedere ai bisogni elementari ed equivalgono in valore reale a quanto guadagnavano trent’anni fa. (Ecco perché gli industriali delocalizzano le loro imprese in questi paesi, Confindustria afferma che il costo del lavoro in Italia è troppo alto rapportato a 60 dollari al mese tutto compreso pagato in dollari).Perché noi (gli americani) possiamo vivere comodamente, in milioni devono pagare un prezzo molto alto. Mentre abbiamo preso coscienza dei danni ambientali prodotti dal nostro stile di vita consumistico, la maggioranza di noi è ignara dei suoi costi in termini di sofferenza umana o li nega. I nostri figli, però, non avranno altra scelta che assumersi la responsabilità di risolvere gli squilibri che noi abbiamo creato”.
Concludo riportando una considerazione che Perkins scrive e che deve far riflettere tutti indipendentemente dalla nostra nazionalità, perché molti manifestano un vuoto di coscienza e una preoccupante assenza di valori morali che sfociano nell’indifferenza di fronte alla sofferenza e all’umiliazione della dignità umana.
“Nel processo di costruzione di questo impero, noi americani abbiamo abbandonato i nostri principi fondamentali, quelli che in passato definivano l’essenza stessa di ciò che significa essere cittadini di questa nazione. Abbiamo negato a noi stessi e a quelli che colonizziamo i diritti espressi con tanta eloquenza nella nostra Dichiarazione d’Indipendenza. Abbiamo rinunciato agli ideali dell’uguaglianza universale, della giustizia e della prosperità”.
Chi è John Perkins? Ecco come lui stesso si definisce prima di mutare completamente le sue scelte iniziali di vita. Aveva 26 anni quando fu assunto dalla Chas. T. Main una società di consulenza internazionale che faceva il “lavoro sporco” per conto della corporatocrazia: rinunciando ai suoi principi divenne un “sicario dell’economia”.
Intendo approfondire l’argomento utilizzando sia la narrazione della sua esperienza personale in campo e attraverso i contenuti delle interviste realizzate e raccolte da Perkins con persone che hanno partecipato alle numerose operazioni di destabilizzazione economica e politica di molti paesi del terzo mondo.
Per difendersi e necessario conoscere il proprio nemico.