Nelle elezioni del 12 dicembre in Gran Bretagna, i temi trattati dai vari partiti non includono solo la Brexit. Come in ogni elezione politica, gli argomenti sono molteplici e spaziano in relazione ai problemi contingenti della società britannica.

Rispetto a quanto però si registra abitualmente da noi, nel Regno Unito non accade spesso che il rappresentante di una comunità religiosa si esprima in campagna elettorale contro un partito.

Questo è quanto ha fatto Ephraim Mirvis, rabbino capo delle comunità ebraiche di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, che, in una sua dichiarazione pubblicata sul Times, ha accusato  il partito laburista e il suo leader, Jeremy Corbyn, di antisemitismo.

Jeremy Corbyn sostiene, invece, che il Labour sta affrontando il problema dell'antisemitismo nel partito, se mai sia realmente esistito, sia espellendone i membri che se ne siano resi responsabili,  che promuovendo un manifesto a protezione delle minoranze, anche religiose, i cui punti salienti comprendono:

- una modifica alla legislazione attuale che riconosca gli attacchi ai luoghi di culto come reato specifico e aggravato;

- la collaborazione con aziende di social media per combattere l'ascesa dell'antisemitismo online;

- una commissione indipendente sulla minaccia dell'estremismo di destra e su come affrontarlo;

- la revisione dei criteri di valutazione degli insegnanti in relazione a temi quali razzismo, antisemitismo, islamofobia, xenofobia, olocausto...

- la revisione delle modalità con cui vengono effettuati i servizi funebri in modo da soddisfare a pieno le esigenze delle comunità religiose, anche garantendo servizi "fuori orario" quando richiesto.


La scorsa settimana, gli arcivescovi di Canterbury e York hanno fatto un appello generico al voto rivolgendosi agli elettori e ai candidati, senza però rivolgere critiche specifiche nei confronti di un singolo partito o del suo leader.

Perché allora il rabbino Ephraim Mirvis si è apertamente espresso contro i laburisti? Perché Jeremy Corbyn, in passato, non ha mai sposato la retorica dello Stato ebraico di Israele, faro di democrazia in Medio Oriente e non solo, la cui esistenza sarebbe minacciata dai "terroristi" palestinesi, tanto arroganti (sempre secondo Israele) da pretendere di vivere in uno Stato autonomo e indipendente.

Non solo. Corbyn ha pure avuto pure l'ardire di parlare con rappresentanti delle varie fazioni palestinesi...

Per questi motivi, i laburisti israeliani, più di un anno fa, hanno formalmente dichiarato che non esiste più alcun gemellaggio con il Labour britannico.

In pratica, secondo gran parte degli ebrei e non solo quelli che abitano in Israele, antisemitismo è anche criticare Israele per la sua politica di apartheid e la negazione dei diritti fondamentali al popolo palestinese.

Se questo significa essere antisemiti, allora vuol dire che lo sono anch'io.