Renzi e Di Maio, il Renzi a 5 Stelle, gli artefici della rielezione di Mattarella
Nel momento in cui Salvini e Conte, che avrebbero avuto l'appoggio della Meloni, hanno annunciato che avrebbero indicato sulle schede il nome di Elisabetta Belloni come nuov inquilino del Quirinale, deve essere scoppiato il panico e il caos all'interno dei vari partiti. È stata una reazione a catena. Non fornendo garanzie a chi è abituato a far politica tramite "do ut des", la Belloni non poteva e non dovea essere votata... anche perché c'era il pericolo che qualcuno avrebbe poi pensato di associarsi alle indicazioni di voto nel caso il primo tentativo avesse riscosso un buon successo.
Per questo Renzi, seguito da Forza Italia (di cui è il reale portavoce, con Tajani a farne l'avatar), ha iniziato a dar di matto in pubblico, mentre in privato ha detto chiaro e tondo che lui e Berlusconi sarebbero usciti dalla maggioranza.
Panico! Specialmente tra i 5 Stelle, con l'emulo di Renzi, Luigi Di Maio, che si è fatto portavoce dei numerosi "e dove li guadagno domani 15mila euri al mese?" che bivaccano nei gruppi pentastellati facendo presente a renziani e forzisti che lui rappresentava un nutrito pacchetto di voti a supporto della rielezione di Mattarella, lo stesso che sette anni fa voleva mettere sotto accusa.
Musica per le orecchie anche di Letta che non sapendo come destreggiarsi tra i veti delle varie correnti presenti nel Partito democratico (oltre che dei renziani lasciati lì per avvelenarne i pozzi), ha visto nell'ipotesi di un secondo mandato a Mattarella la via d'uscita da un groviglio per lui inestricabile.
Salvini, pur di far credere - non si sa bene a chi - che lui è stato l'artefice della rielezione si è ben adattato a dare il proprio assenso al reincarico a Mattarella. Conte lo ha fatto perché altrimenti sarebbe stato riconosciuto ufficialmente ciò che è risaputo ufficiosamente... cioè che è il leader di se stesso non avendo un partito che lo segue.
Naturalmente, i responsabili del "troiaio" a cui abbiamo assistito in queste ore adesso vengono dipinti dai media come politici accorti e illuminati, gente capace di guidare il Paese, perché avrebbero rieletto Mattarella al Quirinale.
In realtà, si sono sputtanati e hanno sputtanato pure il capo dello Stato, quello vecchio e quello nuovo, essendo la stessa persona. Il termine non è granché, ma per descrivere le gesta di gente simile è più che adatto... è perfetto.
Il tanto celebrato Mattarella, nel suo mandato appena concluso, ha infatti dato ampie garanzie a chi lo ha ora rieletto di essere disposto a firmare e fare la qualunque pur di non dispiacere né a destra, né a sinistra... facendosi scudo di un presunto dettato costituzionale che appare sempre più stiracchiato per essere adattato all'occorrenza.
Queste elezioni mentre da una parte hanno messo ulteriormente in braghe di tela governo, partiti e Quirinale, rendendoli ancor più invisi agli italiani, dall'altra faranno aumentare a dismisura i voti dell'ex missina Giorgia Meloni che adesso finirà per essere agli occhi degli italiani - e non a torto - l'unica persona che ha avuto un comportamento perlomeno decente oltre che coerente nell'ultima settimana.
Anche questo da annoverare tra i tanti successi del terminator del sultanato di Rignan sull'Arn, sua beatitudine el Matt del Renz, che si è incarognito nel voler fare terra bruciata di qualsiasi briciolo di credibilità rimasto nelle istituzioni del Paese, con il complice aiuto dei diversamente "responsabili" accasatisi in quella che è l'esatta riproposizione della Democrazia Cristiana, che impropriamente si chiama Partito democratico e impropriamente si definisce socialista.