Quando aveva tulipanato, anzi no, salutato i suoi "followers" per la domenica delle Palme dal suo personalissimo grande prato coltivato tutto a tulipani, niente faceva prevedere che di lì a poche ore Silvio Berlusconi avrebbe avuto necessità di esser ricoverato al San Raffaele in terapia intensiva. Della sua malattia, come è giusto, chi ne era al corrente non ne ha fatto parola.

Dal letto di ospedale dove riceve le cure per polmonite e leucemia, Berlusconi cerca adesso di evitare il fuggi fuggi generale dal suo partito con telefonate di rassicurazione ai suoi fedelissimi che in tv ostentano sorrisi e parole di rassicurazione. A telecamere spente, probabilmente, gli stessi stanno già contrattando il loro ingresso in altri gruppi del centrodestra, mentre i partiti di area sono già al lavoro per ipotizzare target relativi alla spartizione degli elettori di Forza Italia, un partito personale che mai è riuscito ad evolversi in un  partito vero e proprio e che, pertanto,  è destinato a scomparire quando il suo fondatore e presidente non sarà più in grado di guidarlo.

Nel frattempo, prima di dileguarsi, i suoi adepti sono indaffarati in due attività.

La prima è quella di stilare la lista di coloro che hanno fatto gli auguri di pronta guarigione a Silvio Berlusconi, anche scrivendo quelle che possiamo tranquillamente etichettare come le solite sciocchezze via social, attività principale degli influencer specializzati in politica come, ad esempio, Matteo Salvini. Poi, dopo ogni aggiornamento di verifica, si presentano nei vari talk show che imperversano in tv per scandalizzarsi e biasimare coloro che non abbiano ancora detto, in pubblico, una banalità d'incoraggiamento all'ex cavaliere. Fino a qualche ora fa, in testa alla lista dei cattivi vi erano Giuseppe Conte ed Elly Schlein.

L'altra attività è quella di anticipare il cosiddetto coccodrillo, attenti però a tralasciare qualunque cosa possa, anche pur lontanamente, esser percepita dagli italiani come sconveniente. Così, Silvio Berlusconi, un personaggio controverso sia in relazione alla sua attività imprenditoriale che a quella politica  - a causa delle sue relazioni con la mafia, l'origine delle sue finanze, i conflitti d'interesse, le leggi ad personam, gli scandali, i procedimenti giudiziari... -, viene dipinto come se fosse una specie di padre della patria, una specie di santo da portare ad esempio alle future generazioni.

Nessuno chiede di augurare il peggio a Berlusconi: che possa rimettersi in forma il prima possibile, anche per far dispetto ai numerosissimi corvi che volteggiano intorno all'ospedale dove è ricoverato per essere i primi a dare la notizia della sua dipartita.

Però... smettetela di farlo passare per un santo o per un italiano da portare come esempio... perché non era, anzi... non è nell'uno, né l'altro.