L'operazione Scudo e Freccia, così denominata, iniziata ieri con l'attacco su Gaza che ha provocato la morte di 13 persone per assassinare tre dirigenti della fazione palestinese Jihad islamica è proseguito anche mercoledì, con esplosioni di grande intensità nel sud della Striscia.

Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno dichiarato che un aereo ha preso di mira membri della Jihad islamica che si spostavano in un veicolo verso un lanciarazzi nascosto nell'area di Khan Younis per poi comunicare, un'ora dopo, che obiettivi dei nuovi attacchi sono i lanciarazzi sotterranei gestiti dalla Jihad in varie parti del territorio.

I media palestinesi hanno riportato attacchi a Gaza City e nella città settentrionale di Bait Lahia, oltre a registrare la morte 2 persone a Rafah , situata a sud. In totale, da ieri, a seguito di questa operazione militare sono finora 19 i morti registrati tra i palestinesi.

La risposta da Gaza non è tardata ad arrivare. A metà pomeriggio, secondo fonti israeliane, 270 i razzi lanciati su Sderot e altre città nel sud di Israele, a cui si sono aggiunti lanci anche verso Tel Aviv, con l'aeroporto Ben Gurion che è rimasto chiuso solo per pochissimi minuti.

Dei 270 razzi lanciati contro Israele, di cui 205 hanno attraversato il confine, lo scudo Iron Dome ne ha intercettati 62, quelli caduti in gran parte in aree aperte non hanno creato danni. L'esercito israeliano afferma anche di aver effettuato attacchi contro 53 siti appartenenti alla Jihad islamica.

La Jihad islamica ha promesso vendetta, avvisando Israele di aspettarsi una reazione in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Il primo ministro Netanyahu ha affermato che ogni ritorsione da parte dei militanti avrebbe avuto una risposta conseguente e decisa.

Ieri a Djerba, un ufficiale della Guardia nazionale che poco prima aveva ucciso un collega appropriandosi della sua pistola e delle sue munizioni, si è diretto alla sinagoga di Ghriba dove ha ucciso cinque persone, di cui quattro poliziotti, e ne ha ferite 8. Anche l'attentatore è poi stato ucciso.

Naturalmente, è impossibile dire che quanto accaduto in Tunisia abbia una qualche relazione con l'attacco a Gaza. È invece evidente, come sempre è accaduto in passato - ovunque nel mondo - che un governo in difficoltà con una nazione divisa in due a causa della riforma della giustizia, cerca di ricompattare il Paese facendo ricorso all'unità nazionale per fronteggiare il nemico. 

E la comunità internazionale parlerà di terrorismo palestinese, compiangendo i poveri israeliani non perché siano governati da gente senza scrupoli che mira all'annientamento di un popolo per impadronirsi di tutta la Cisgiordania, ma perché sotto la minaccia di terroristi palestinesi!