Esiste un parallelismo tra Israele e Russia? Proviamo a vedere.

La Russia, nove giorni fa ha invaso l'Ucraina. Secondo quanto dicono esperti di relazioni internazionali e analisti militari, l'invasione avrebbe dovuto essere per l'esercito russo una specie di marcia trionfale, una questione da risolversi in due o tre giorni dopo aver sparato qualche cannonata a casaccio tanto per salvare le apparenze. Putin ha sbagliato i calcoli ed il suo esercito, seppur fortissimo ma non attrezzato alla bisogna, si è trovato a dover contrastare la resistenza della popolazione e dell'esercito ucraino. Per vincere quella guerra ora sta bombardando a tappeto, e quindi radendo al suolo, la nazione che lui diceva di voler salvare.

Per fermare Putin, la comunità internazionale, dell'occidente, ha imposto alla Russia una serie di sanzioni durissime che in neppure una settimana hanno mandato in default tecnico quella nazione, che non sta ripagando le cedole sui titoli del proprio debito pubblico agli investitori stranieri. Ed è solo l'inizio.

La guerra dei sei giorni, nel 1967, è l'ultimo atto del conflitto arabo-israeliano. L'esito di quella guerra, la condizione giuridica dei territori occupati e il relativo problema dei rifugiati influenzano ancora oggi la situazione geopolitica del Medio oriente. Da 55 anni i palestinesi vivono sotto l'occupazione militare israeliana che impedisce sistematicamente a quel popolo di poter usufruire liberamente di quelli che i trattati di Roma degli anni '50 descrivono come diritti inalienabili. Tre diverse organizzazioni non collegate tra loro e riconosciute a livello internazionale da tutti i paesi occidentali hanno etichettato come apartheid, in base alla definizione che ne dà il diritto internazionale, la politica di Israele nei confronti di arabi israeliani e palestinesi che vivono a Gaza e nei Territori Occupati.

Il filmato seguente, dello scorso 28 febbraio, è un esempio di ciò che tutti i giorni accade ai palestinesi. La protagonista suo malgrado delle violenze è una "bambina" di non più di 12 anni.

In Ucraina i russi in pochi giorni stanno ammazzando migliaia di civili e stanno distruggendo le loro abitazioni. In Palestina questo avviene da oltre cinquant'anni, anche se "a bassa intensità", salvo le "parentesi" rappresentate dagli attacchi su Gaza.

Curiosamente, però, la comunità occidentale ritiene questo del tutto lecito. Lo ritiene la Nato che collabora con l'esercito israeliano, lo ritengono i Paesi della Nato, i loro governi, le loro aziende, i loro cittadini... insomma tutti quelli che adesso giustamente inorridiscono per quanto accade in Ucraina.

Naturalmente, in testa a tutti, vi sono gli Stati Uniti che si ricordano di tutelare il diritto internazionale a fasi alterne. Ad esempio, hanno avuto un vuoto di memoria quando hanno invaso l'Iraq. E lo stesso vuoto di memoria lo hanno riguardo ad Israele che, a quanto pare, deve continuare a poter fare ciò che gli americani in altri casi condannano.

Nessuno chiede sanzioni per Israele. Non le chiedono gli Stati Uniti e non le chiedono i Paesi europei e coloro che le invocano vengono definiti antisemiti. Eppure Israele, nel corso degli anni, non ha fatto niente di diverso da quello che sta facendo la Russia in pochi giorni.

Ma Israele è solo l'esempio più conosciuto. Infatti, si potrebbe tirare in ballo l'Arabia Saudita per la guerra in Yemen o per le stragi compiute ad al Qatif... e chi più ne ha più ne metta. E che dire poi dei curdi del nord della Siria, quelli invasi dalla Turchia, Paese Nato, con il placet di Russia e Stati Uniti oltre che, naturalmente, di tutti gli altri Paesi dell'Alleanza atlantica. Erano gli stessi curdi che hanno liberato la Siria dall'Isis al prezzo di 11mila combattenti morti, senza rammentare quelli rimasti feriti. Un bel ringraziamento, non c'è che dire.

Come si vede, incoerenza e ipocrisia fanno a gara quando la politica inizia a dare lezioni.

In piccolo, lo vediamo ben dimostrato anche nel nostro Paese, dove, sempre in relazione all'Ucraina, adesso un senatore ipernazionalista come Matteo Salvini, che fino a ieri ha esaltato Vladimir Putin ed il suo modo di far politica, adesso è diventato iperpacifista, promotore di marce della pace e fautore del disarmo a prescindere... lui che perfino riusciva a commuoversi alla vista di una Beretta calibro 9 ed invocava il ripristino della pena di morte come punizione di un crimine efferato. Senza dimenticare che il nazionalismo di cui va fiero è una delle micce usate da Putin per giustificare l'attuale massacro che sta compiendo in Ucraina.

La conclusione? Un appello alla coerenza. Se i Paesi occidentali vogliono far rispettare democrazia e diritti, allora democrazia e diritti devono esser fatti rispettare sempre... in Israele, in Arabia Saudita, in Turchia... le sanzioni dovrebbero essere applicate con la stessa coerenza.