Politica

Draghi nun me lassà non darme sto tormiento, torna...

Sono iniziate le grandi manovre per l'appuntamento che domani vedrà Draghi impegnato prima al Senato e poi alla Camera per... non si sa. 

Mattarella, una volta che Draghi gli ha comunicato la volontà di rimettere il mandato, ha rispedito il premier a riferire alle Camere la sua decisione, le cui motivazioni rimangono ancora un mistero.

Infatti, Draghi ha comunicato di dimettersi nonostante al Senato il dl Aiuti abbia ottenuto un'ampia maggioranza al voto di fiducia, nonostante la non partecipazione al voto del Movimento 5 Stelle. 

Mercoledì, Draghi ha due opzioni: dire che si dimetterà comunque (forse spiegandone le ragioni) oppure chiedere la fiducia. Entrambe, a dire il vero, alquanto assurde in base alle premesse... ma questi sono i fatti.

Da stamani, i partiti hanno iniziato il corteggiamento di Draghi per capirne le intenzioni, suggerire nuove coalizioni e promuovere una sorta di dittatura senza colpo di Stato, a sentire il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che, nel caso non si dovesse andare alle urne,

"Draghi deve preparare una lista di cose da fare senza ascoltare le paturnie dei partiti e dei partitini: vada, scelga, governi. Draghi faccia Draghi e l'Italia va. Se invece vuole fermarsi, i grillini possono anche fare tre scissioni al giorno, ma non cambia nulla. Tocca al premier decidere, nessun altro può farlo al posto suo".

È sorprendente una dichiarazione simile da parte di un senatore in carica di una Repubblica parlamentare... ma questa è la qualità dei politici che trovano ampio spazio e considerazione sui media, anche solo per spalar fango sui loro avversari... altro non hanno da proporre (a parte promuovere i loro interessi).

In tutta questa frenesia che caratterizza il Paese, descritto in ansia per ciò che deciderà Mario Draghi, resta ancora da capire un punto che a logica rimane incomprensibile: perché se Draghi ha una maggioranza non continua a governare e perché per farlo dovrebbe avere comunque l'approvazione dei 5 Stelle di Conte, visto che lui è un premier tecnico, non eletto, chiamato solo a portare a termine la legislatura?

Chissà se Draghi mercoledì avrà la cortesia di spiegarcelo.

Autore Marzio Bimbi
Categoria Politica
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