In questo caso, Razza Padrona non è utilizzato per indicare Cefis e Montedison, ma nella sostanza, da allora, non è che l'imprenditoria in Italia sia molto cambiata, visto che è ancora rimasta un'imprenditoria in parte stracciona che si fa forte con i deboli e debole con i forti, sempre pronta a chiedere soldi allo Stato in caso di necessità e mai a dare nel caso sia lo Stato ad avere bisogno.

La pandemia in questi mesi, così come negli ultimi giorni, ha permesso di sottolineare ancora di più questa caratteristica di gran parte delle aziende (si parla di aziende medio grandi, beninteso) che offrono lavoro.


Nei giorni scorsi – riportano Cgil, Cisl e Uil – sulla bacheca aziendale di Suba Seeds, un'impresa romagnola a pochi km da Cesena (Forlì Cesena) che produce sementi, è stata affissa una nota dove, in sei punti, vengono indicati ai dipendenti i passaggi per il "tampone rapido Covid obbligatorio per chi non ha il Green Pass". Nel comunicato, Suba Seeds, richiamandosi ad un proprio regolamento interno ai fini della salute e sicurezza, richiede "obbligatoriamente" a partire da lunedì 23 agosto il tampone ai dipendenti che non abbiano il Green Pass. 

Evidentemente, da quelle parti, ritengono che non esista più un'autorità regionale che gestisce la sanità, bensì un'autorità aziendale! In funzione di ciò Suba Seeds ha anche scritto:

"Il tampone dovrà essere essere ripetuto ogni 72 ore per un costo di 25 euro cadauno, che verrà addebitato nella paga mensile del dipendente". 

E come se questo non bastasse, l'azienda ha poi aggiunto che se il prelievo avverrà durante le ore di lavoro, i dipendenti dovranno mettersi in ferie!

Sulla stessa falsariga va interpretato anche l'intervento del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, al Meeting di Rimini organizzato ogni anno da Comunione e Liberazione, che ha chiesto l'obbligo del green pass per tutti i lavoratori.

"Bonomi - scrive l'Unione Sindacale di Base - è l'esponente della peggior razza padrona che, a marzo dello scorso anno, mentre il Covid infestava soprattutto il nord industriale del paese, si rifiutava di chiudere le aziende, contribuendo così grandemente al diffondersi della pandemia e a velocizzarne la circolazione. Il profitto prima di tutto era il suo programma e tale è rimasto oggi che la discussione sul green pass infuoca le relazioni sindacali nelle aziende a partire dalla questione mense.Non un parola sulla necessità di procedere velocemente alla vaccinazione di tutti per eliminare alla radice la possibilità della contaminazione, non una parola su quella che era e ancora oggi è una necessità strategica che è quella di liberare i vaccini dalla proprietà intellettuale per consentire davvero che a livello planetario la vaccinazione sia possibile per tutti e non solo per quelli arroccati nelle cittadelle dei Paesi ricchi assediati da moltitudini di uomini e donne, i lavoratori che mancano ai loro profitti.Non una parola sulle enormi responsabilità di un sistema sanitario che non è più pubblico ma che ha ceduto quote consistenti a quel privato di mercato che Bonomi rappresenta e che è stato del tutto marginale nell'intervenire contro il Covid ma che è stato invece protagonista nella distruzione del servizio sanitario pubblico.È il vecchio trucco di scaricare sui singoli responsabilità che non sono loro, sui lavoratori responsabilità che sono delle scelte economiche che sono state fatte nella gestione della pandemia e che in larga parte sono state dettate proprio dalle associazioni imprenditoriali. Ci hanno mandato a lavorare per non fermare la produzione su autobus e treni che, ieri come oggi, sono assolutamente inadeguati a garantire il distanziamento; ci hanno fornito mascherine chirurgiche spesso assolutamente inutili a proteggere dal virus come quelle prodotte da Stellantis e distribuite, a milioni, non solo ai propri operai ma anche agli studenti italiani; hanno sfruttato fino all'ultimo centesimo le casse integrazioni speciali messe in cantiere anche quando non ne avevano alcun bisogno; non alzano un dito per assicurare il pagamento delle giornate di quarantena ai lavoratori che così andranno al lavoro anche se in sospetto di Covid, altro che green pass! Ma soprattutto hanno scritto gran parte del PNRR per orientare, riuscendoci, l'allocazione delle risorse alle imprese e ai loro affari invece che a restituire una sanità pubblica ai lavoratori e ai cittadini.Insomma gli squali non hanno perso il vizio di addentare tutto ciò che è possibile addentare e ora si buttano sul green pass da utilizzare per mettere in sicurezza la produzione senza che ci mettano nulla del loro e senza che paghino mai a sufficienza per la strage di omicidi nelle loro aziende che sta crescendo ogni giorni per numeri e atrocità".

Insomma, la solita Razza Padrona di sempre.