"La Consulta ha deciso: non potremo votare il Referendum sull'eutanasia. Percorriamo altre strade: disobbedienza civile, ricorsi. Mi dispiace per chi dovrà sopportare ancora una condizione di sofferenza e per la democrazia italiana. Ma otterremo l'obiettivo. Sull'eutanasia legale la Corte costituzionale ritiene che il referendum non preserverebbe la tutela minima della vita "in particolare delle persone deboli e vulnerabili". Per me, imponendo sofferenza le si preserva ancora meno. Andremo avanti, a costo di rischiare nuovi processi".

Così Marco Cappato ha commentato la bocciatura espressa martedì dalla Corte costituzionale sull'ammissibilità di uno dei tanti referendum all'ordine della Camera di Consiglio, per i quali la Consulta dovrà comunicare un parere nelle prossime ore o nei prossimi giorni.

Una bocciatura salutata invece dall'associazionismo cattolico e dalla Cei, a cui appartiene la nota seguente, con soddisfazione:

"La Corte Costituzionale con la decisione di oggi ha confermato che l’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente è contraria al principio di “tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”. In attesa del deposito della sentenza, prendiamo atto con favore di tale pronunciamento. È un invito ben preciso a non marginalizzare mai l’impegno della società, nel suo complesso, a offrire il sostegno necessario per superare o alleviare la situazione di sofferenza o disagio. Papa Francesco, durante l’udienza di mercoledì 9 febbraio, ha usato parole chiare: “La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti”. Occorre rivolgere maggiormente l’attenzione verso coloro che, in condizioni di fragilità o vulnerabilità, chiedono di essere trattati con dignità e accompagnati con rispetto e amore".

A dire la verità Papa Francesco ha lasciato molte perplessità in relazione alla sua valutazione sull'eutanasia, disegnandola (semplifico) quasi come uno strumento per legalizzare la morte di vecchi bisognosi di assistenza che potrebbero essere percepiti come "rompicoglioni" da figli e parenti e, pertanto, degni di essere spediti all'altro mondo. Allo stesso tempo, il Papa ha detto che non si possono prolungare cure all'infinito, quando per un malato non c'è speranza di guarigione. Però il Papa e la Chiesa, con dichiarazioni simili, hanno scelto una via di comodo che non risponde alle sofferenze delle persone per le quali non c'è speranza di guarigione. Per queste la Chiesa consente la possibilità che vengano lasciate morire, senza aggiungere altro... ma in tal caso sarebbe etico consentire loro di morire, non subito, ma dopo aver sofferto per settimane o mesi?

Inoltre, perché la Chiesa dovrebbe essere soddisfatta nell'impedire a chi cattolico non è di decidere, in alcuni casi, di porre fine alla propria vita per evitare ulteriori sofferenze? Oltretutto, anche per la Chiesa stessa, il disegno di Dio sarebbe tale da lasciare al singolo la libertà di vivere come crede... e allora perché non lasciarlo libero anche di scegliere come morire?

In ogni caso, il referendum sull'eutanasia era semplicemente uno strumento alternativo per far esprimere sulla materia il Parlamento, come tra l'altro hanno dichiarato questa mattina i due leader di 5 Stelle e Pd, Conte e Letta, ricordando che è stata la stessa Consulta a spingere Camera e Senato per una legge che, oltretutto, avrebbe già dovuto esser licenziata da più di un anno.

Ma così non è stato perché i parlamentari in Italia sono eletti per consentire loro di prendere un  lauto stipendio per cinque anni, durante i quali si lambiccano il cervello per trovare il modo di farsi rieleggere per un'ulteriore legislatura... all'infinito, avendo ormai dimenticato il loro ruolo di rappresentanza degli interessi degli elettori. Ben che vada, invece, si sforzano di rappresentare le lobby che li finanziano... di più, in Italia, sembra che non possiamo pretendere. Ma questa è un'altra storia...