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Il nuovo accordo di Malta sui migranti: rotazione dei porti, stop al principio di Stato di primo ingresso e ripartizioni tra gli Stati membri

Questo pomeriggio il neo ministro dell'Interno Luciana Lamorgese era a Malta per il primo appuntamento internazionale relativo al suo incarico, in un vertice che la vedeva impegnata sul tema migranti ed a cui erano presenti, oltre al collega maltese, anche i ministri dell'Interno di Germania e Francia, oltre ai rappresentanti della Presidenza finlandese del Consiglio Ue e della Commissione europea.

Quanto concordato nel vertice è stato riassunto in un documento che, adesso, dovrà essere approvato da parte degli altri Stati membri e sarà presentato ufficialmente al prossimo vertice dei ministri dell'Interno Ue (7/8 ottobre).

Che cosa prevede l'accordo?

Un meccanismo di redistribuzione dei migranti soccorsi in mare che non dovrà superare, massimo, le 4 settimane.

Dopo la redistribuzione, quei migranti non saranno più a carico del Paese in cui sono sbarcati, ma solo di quello di accoglienza, che avrà anche il compito di gestirne il rimpatrio nel caso non abbiano diritto ad essere ospitati, superando in tal modo il concetto dello "Stato di primo ingresso".

I porti di accoglienza ruoteranno, ma su base volontaria.

L'accordo è da considerarsi come progetto pilota che sarà da monitorare in sede di applicazione con l'obiettivo di allargarlo al maggior numero di Paesi membri dell'Ue.

Inoltre, riguarda solo i migranti soccorsi in mare, compresi quelli soccorsi dalle Ong, mentre sono esclusi i migranti che arrivano autonomamente.


Quanto deciso a Malta era stato anticipato dal premier Conte che, da New York dove è presente per partecipare all'Assemblea annuale della Nazioni Unite, aveva precisato che la politica del governo in materia migranti "sarà sempre una politica molto rigorosa", aggiungendo che il nostro Paese sarà sempre fedele al principio che "uno Stato sovrano deve decidere chi arriva, rispetta le convenzioni internazionali, ma deve contrastare traffici illeciti e immigrazione clandestina".


Quanto sopra riportato, in attesa che venga poi riassunto ufficialmente dal ministero dell'Interno non potrà non far piacere alle Organizzazioni non governative che si occupano dei salvataggi in mare. Le Ong, però, saranno soddisfatte solo a metà perché la ministra Lamorgese ha anche aggiunto che per "evitare le partenze, il traffico di essere umani ed evitare che i migranti rischino la vita" sono stati confermati i precedenti accordi di Malta con la Libia, compresa la collaborazione con la cosiddetta Guardia costiera.

Come riassunto in comunicato odierno pre-vertice a firma di alcune Ong tra cui Mediterranea e Sea Watch, queste erano invece le richieste ai ministri che partecipavano al vertice:

– Dissequestro immediato di tutte le navi di salvataggio non governative in Italia e a Malta!

– Cessazione immediata della collaborazione tra governi e istituzioni europee e le forze libiche!

– Fine della criminalizzazione del soccorso in mare!

– Porti aperti in Italia e Malta, e sbarco immediato dopo ogni salvataggio!

– Rapido trasferimento e distribuzione dei rifugiati e dei migranti secondo i paesi di destinazione desiderati e, in particolare, in collaborazione con le città solidali e rifugio di tutta Europa!


I primi due punti, pertanto, al momento non sono stati soddisfatti.

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Politica
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