Fatou Bensouda, avvocato del Gambia, è procuratore presso la Corte Penale Internazionale dell'Aia. In una dichiarazione rilasciata martedì, la signora Fatou Bensouda ha ricordato che l'esame preliminare di quanto accade in Palestina, iniziato il 16 Gennaio 2015, ha visto importanti progressi e continuerà a seguire il suo corso normale.

Il comunicato pubblicato sul sito della CPI fa seguito alla richiesta dei palestinesi che sono tornati ad insistere presso la Corte Penale Internazionale, per aprire immediatamente un’indagine su Israele per crimini di guerra perpetrati contro i civili palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania in violazione del diritto internazionale.

"Come procuratore - ha dichiarato Fatou Bensouda - per avviare un'inchiesta devo prendere in considerazione tre criteri: giurisdizione, ammissibilità e interesse della giustizia."

Ma ciò che è più importante sottolineare è che nel comunicato è dichiarato che se la Bensouda dovesse convincersi che sussistessero gli elementi per avviare un’indagine, non sarebbe tenuta a chiedere l’autorizzazione alla Camera preliminare della Corte per procedere.

La signora Bensouda ha concluso il comunicato ricordando che qualsiasi sua decisione sarà presa in osservanza del suo mandato ai sensi dello Statuto di Roma.

Il ministero degli Esteri israeliano ha a sua volta diffuso un comunicato per dichiarare che la CPI non ha autorità sulle questioni tra israeliani e palestinesi, poiché Israele non è un membro della Corte e poiché l’Autorità palestinese non è uno Stato.

Secondo alcuni esperti di diritto internazionale, invece, l’obiezione israeliana sull'inammissibilità della richiesta palestinese in relazione al fatto che la Palestina non sia uno Stato sarebbe priva di consistenza, poiché in questi anni ha ottenuto riconoscimenti ufficiali presso le più alte istituzioni internazionali e fa parte della CPI dal 2015.