Vi ricordate l'articolo del quotidiano "Il Sole24ORE" del 10 novembre 2011 a firma di Roberto Napoletano? Il titolo dell' articolo era "FATE PRESTO" e dopo alcuni giorni il governo Berlusconi, si dimise, era il 16 novembre 2011.
Quell'articolo partiva da "......Pertini, Napolitano, passando da Luigi Einaudi a Carlo Azeglio Ciampi, solo per fare qualche esempio, il buon nome dell'Italia, dagli anni della ricostruzione e del miracolo economico fino a quelli dell'euro e anche dei giorni nostri è stato sempre garantito da uomini che hanno saputo intrecciare intelligenza tecnica, visione e capacità politica. ..." per esortare al cambiamento ".... Serve il vostro sostegno politico e la vostra spinta ideale perché si prendano quei provvedimenti complessi che restituiscano al Paese una prospettiva di crescita reale nell'arco di tre-cinque anni e convincano chi compra BoT (nel mondo e in Italia) che può tenere tranquillamente in portafoglio questi titoli perché saranno ripagati con gli interessi dovuti alle scadenze giuste. " e per terminare con l'analisi sociopolitica "...Il Paese è fermo, paga il conto pesantissimo di un logoramento politico e civile che è durato troppo a lungo ed è andato al di là di ogni ragionevolezza. Le crisi finanziarie in genere, questa specifica che riguarda l'Italia in particolare, esigono un segnale forte di discontinuità che permetta di ripartire davvero. Nel '93 il problema era l'inflazione e il governo Ciampi lo affrontò - come era giusto che fosse - con un occhio rivolto all'interno. Oggi il problema è la crescita e ci vuole un occhio rivolto all'esterno. Dipende da noi, solo da noi. Ricordiamoci che siamo sul filo del rasoio. Può andare molto male, ma anche molto bene. Fate presto."
Oggi le cose non sono andate come l'ex direttore de "Il Sole24ORE" credeva o sperava. Sono passati i tre-cinque anni, periodo durante il quale Roberto Napoletano, ora indagato per false comunicazioni sociali al mercato, ipotizzava che il sole "dell'avvenire" sarebbe ritornato a splendere sul suolo italico, grazie all'arrivo dei "salvatori" della patria.
Ne sono passati quasi sei, e la situazione socioeconomica è drammaticamente peggiorata. Il debito pubblico è schizzato in alto come i fuochi d'artificio in una notte d'estate. La disoccupazione è endemica. Il PIL va su e giù come il profilo di un'onda in uno stagno nel quale è stato lanciato un piccolo sasso. Gli italiani si arrabattano nella loro quotidianità alla ricerca di un barlume di speranza per un futuro migliore.
E intanto incombe la solita spada di Damocle: lo spread. Un'arma con la quale la Troika, in qualsiasi momento, ci può mettere in ginocchio. Nel caso che il Belpaese non ubbidisse ai diktat della UE.
Ma oggi, da semplice cittadino, voglio scrivere un invito, come fece Roberto Napoletano quasi sei anni fa, quando lo scrittore italiano si rivolse a quegli "uomini che hanno saputo intrecciare intelligenza tecnica, visione e capacità politica"
Ma il mio appello, questa volta, lo faccio ad un altro genere di uomini per il"buon nome dell'Italia, dagli anni della ricostruzione e del miracolo economico" perché "Il Paese è fermo".
Mi riferisco a quegli uomini che esistono e che sono da qualche parte nel nostro Paese. Quegli uomini che posseggono la conoscenza e le capacità per combattere i nemici dell'identità culturale, l'abito che ogni individuo ha il diritto di indossare. Mi rivolgo a quegli uomini che sappiano smontare i teoremi mondialisti che si sono sviluppati con il libero mercato e con l'immigrazionismo, il cui effetto ha portato all'accrescimento della diseguaglianza sociale. Quegli uomini che abbiano anche il coraggio e la personalità per affrontare, con la schiena dritta, le istituzioni politiche e i governi stranieri, senza farsi sottomettere.
E allora oggi, vedendo il degrado economico, sociale e ambientale che affligge la nostra società, mi rivolgo a questi uomini " perché si prendano quei provvedimenti complessi che restituiscano al Paese una prospettiva di crescita reale" e ai quali chiedo di FARE PRESTO.
FATE PRESTO per cambiare una legge ingiusta, come quella chiamata "bail in", con la quale migliaia di cittadini sono stati truffati perdendo il propri risparmi.
FATE PRESTO per fermare il trattato di libero scambio, il CETA, il quale porterà un abbassamento della qualità dei prodotti alimentari e aprirà le porte alle multinazionali.
FATE PRESTO per fermare centinaia di migliaia di sbarchi sulle nostre coste, assimilabili ad una vera e propria invasione. A seguito di ciò ci dobbiamo aspettare, in un prossimo futuro, un inasprimento della conflittualità nella società.
FATE PRESTO per fermare il Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, che utilizza il proprio ruolo istituzionale come megafono, per incentivare l'esodo delle popolazioni dall'Africa. Ingannando coloro che, una volta arrivati nella nostra penisola, si aspettavano di trovare il bengodi.
FATE PRESTO per liberare l'economia dal giogo delle lobby delle banche d'affari che dagli anni 90 promettono la nostra salvezza con le privatizzazioni.
FATE PRESTO per fermare i padroni delle Slot, che stanno creando un esercito di malati del gioco d'azzardo.
FATE PRESTO per cambiare la legge Fornero, che ha provocato il rovesciamento violento e traumatico dei programmi di vita di tanti cittadini che stavano per accedere alla pensione. Certi diritti, come quelli delle pensioni cosiddette d'oro, però sono rimasti inviolati.
FATE PRESTO per fermare l'iter della legge denominata Ius Soli, quando la stragrande maggioranza dei cittadini è contraria alla sua approvazione.
FATE PRESTO per fermare la legge della senatrice del PD, Monica Cirinnà, che propone la legalizzazione la maternità surrogata, per dire NO al commercio dei bambini.
FATE PRESTO a fermare il declino.
Può andare solo bene, FATE PRESTO.