Esteri

All'Angelus il Papa lancia un appello per l'Afghanistan ma tace sulla guerra ai curdi in Siria

«Ieri è giunta dall’Afghanistan la dolorosa notizia della terribile strage terroristica compiuta nella capitale Kabul, con più di cento morti e numerosi feriti. Pochi giorni fa un altro grave attentato, sempre a Kabul, aveva seminato terrore e morte in un grande albergo.

Fino a quando il popolo afghano dovrà sopportare questa disumana violenza? Preghiamo in silenzio per tutte le vittime e per le loro famiglie; e preghiamo per quanti, in quel Paese, continuano a lavorare per costruire la pace.»



Non è certo quanto il Papa ha detto nel suo appello, pronunciato questa domenica dopo l'Angelus, ad aver lasciato più di una perplessità, quanto piuttosto quello che non ha detto sulla guerra in Siria.

Oltretutto, rispetto all'Afghanistan, il Kurdistan (inteso come insieme del popolo curdo) è caratterizzato da una pluralità religiosa (sunnismo, yazidismo, alevismo, Zoroastrismo) che include anche il cristianesimo. Non solo, sebbene in relazione al Kurdistan iracheno, nel 2014 Francesco aveva accolto in udienza l'allora presidente Massoud Barzani e a metà gennaio di quest'anno il nipote, l'attuale primo ministro Nechirvan Barzani, già ricevuto nel 2015.

Probabilmente, la diplomazia vaticana ha ritenuto più prudente evitare qualsiasi dichiarazione per evitare ritorsioni alla comunità cristiana residente in Turchia, una esigua minoranza che avrebbe potuto subire problemi, considerando la deriva islamica imposta al Paese da Erdogan, che ha ormai abbandonato il laicismo voluto da Ataturk.

Quindi, nessun riferimento all'invasione del nord della Siria e alla guerra contro le milizie dell'YPG. Una guerra che continuerà, come dichiarato dallo stesso premier turco, passo dopo passo con l'intento di "ripulire" il confine meridionale della Turchia.

E dopo Afrin, dove si registrano le prime vittime civili, continua l'avanzata dei turchi verso est con la presa della collina di Jebel Bursaya che sovrasta la vicina città di A'zaz, che conta oltre 30mila abitanti.

Autore Ugo Longhi
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