Conferenza Nazionale sulla disabilità: "Dobbiamo accompagnare le persone con disabilità nell'elaborazione di progetti di vita personalizzati e indipendenti"
Lunedì 13 dicembre si è tenuta presso la sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri la Conferenza Nazionale sulla disabilità, promossa dal Ministro per le disabilità, Erika Stefani, con la partecipazione e il saluto del presidente del premier, Mario Draghi.
Nel corso della Conferenza sono stati presentati i risultati della Consultazione pubblica avviata il 20 ottobre scorso (durata un mese) “Verso un piena inclusione delle persone con disabilità”, pensata per contribuire a creare una società sempre più inclusiva in linea con i principi della Convenzione ONU.
Sono state inviate oltre 300 proposte da parte di cittadini ed associazioni in risposta alla consultazione che sono state classificate per le differenti aree tematiche: accessibilità, mobilità all'interno dell'UE, vita indipendente, percorsi formativi inclusivi, inclusione lavorativa di qualità, cultura, sport e turismo accessibile, best practices.
Questo l'intervento del premier Draghi:
"Secondo le più recenti stime dell'Istat, le persone con disabilità in Italia sono più di tre milioni. Questo numero, per quanto significativo, non rappresenta l'unicità di ogni vita. Ogni disabilità è diversa e ha bisogno di un sostegno specifico.Soprattutto - ogni persona è diversa, e ha il diritto di seguire le proprie aspirazioni.L'assistenza deve tenere conto dell'individualità.Dobbiamo accompagnare le persone con disabilità nell'elaborazione di progetti di vita personalizzati e indipendenti.La pandemia ha reso ancora più urgente agire in questo senso. La crisi sanitaria ha acuito le debolezze del sistema di sostegno per le persone non autosufficienti.Le restrizioni sono state necessarie per frenare il contagio, a beneficio soprattutto dei più vulnerabili, ma hanno reso più difficile mettere in atto politiche di inclusione, in particolare in ambito scolastico.Dei 281 mila studenti con disabilità che frequentano le scuole italiane, quasi uno su quattro non ha potuto partecipare alla didattica a distanza nei primi mesi della pandemia. Una perdita enorme – per gli studenti, per le famiglie, per la società. La tutela e la promozione dei diritti delle persone con disabilità è una priorità assoluta per questo Governo.La decisione di istituire un Ministero dedicato riconosce le specificità e l'urgenza di questo tema. Permette alle amministrazioni e alle associazioni di avere un punto di riferimento istituzionale, con cui dialogare e collaborare in modo costante.A questo proposito – ho letto di notizie che riferiscono che avremmo tolto 200 milioni da una posta all'altra e quindi dalle disabilità ad altre cose. Non è così. La somma rimane nell'ambito delle disabilità e quindi non c'è da preoccuparsi e se necessario naturalmente si farà di più perché la volontà del governo è molto chiara su questo. Nonostante le difficoltà, il Governo si è mosso con determinazione per aiutare le persone con disabilità durante l'emergenza.Nelle scuole - dove, a partire da marzo, gli studenti con disabilità sono potuti tornare in presenza anche in zona rossa, in anticipo rispetto a molti loro compagni. E negli ospedali - dove i pazienti con disabilità hanno potuto fare affidamento sui loro accompagnatori, nonostante le restrizioni all'accesso. L'andamento della pandemia ci impone di mantenere alta l'attenzione su questo tipo di assistenza e in generale io credo. Ma dobbiamo andare oltre la gestione della crisi e progettare interventi di lungo periodo, per migliorare in modo permanente la vita delle persone con disabilità in Italia.Il piano nazionale di ripresa e resilienza prevede oltre sei miliardi di euro per le persone con disabilità. Miglioriamo l'accessibilità ai trasporti e ai luoghi della cultura e abbattiamo barriere architettoniche che impediscono alle persone con disabilità di usufruire dei servizi come tutti gli altri cittadini. Potenziamo l'assistenza di comunità, l'assistenza domiciliare, la telemedicina, per prevenire l'istituzionalizzazione. Ci impegniamo a garantire tutte le cure necessarie in un contesto autonomo e socialmente adeguato, per combattere la marginalizzazione.Il disegno di legge delega sulle disabilità approvato alla Camera e attualmente in discussione al Senato segna un passaggio decisivo per raggiungere questi obiettivi. La sua approvazione è tra l'altro tra i traguardi che ci siamo impegnati con la Commissione europea di raggiungere entro la fine dell'anno, all'interno del processo del PNRR, e confido che questo obiettivo sarà raggiunto. Quindi mi aspetto che il Senato proceda una rapida approvazione di questo disegno di legge delega.Semplifichiamo il sistema di riconoscimento della condizione di disabilità e lo allineiamo i principi della Convenzione ONU. Potenziamo gli strumenti per la realizzazione di progetti di vita individuali e personalizzati. E istituiamo un garante nazionale, con specifici compiti di tutela e promozione dei diritti delle persone con disabilità.Grazie anche alle risorse del PNRR, la riforma delle politiche per le disabilità è oggi un modello per gli investimenti nello stato sociale e nell'inclusione. Le misure che incidono su singoli aspetti della quotidianità possono fare grande differenza, soprattutto per chi non è autosufficiente.Negli ultimi mesi siamo intervenuti in varie occasioni per semplificare la vita di tutti i giorni per le persone con disabilità. Mi riferisco al contrassegno unificato disabili europeo (cosiddetto Cude) che permette ai titolari di accedere alle ZTL di tutti i Comuni d'Italia senza doverlo comunicare di volta in volta; alla carta delle disabilità che sostituisce i documenti cartacei e semplifica l'accesso a beni e servizi gratuiti o con tariffe agevolate; e al riconoscimento ufficiale della lingua dei segni italiana che rappresenta, insieme ai sottotitoli, uno strumento essenziale per rimuovere le barriere alla comunicazione.Il governo vuol fare in modo che le persone con disabilità abbiano servizi efficienti, spazi pubblici ospitali, un'assistenza adeguata ai loro bisogni. Dobbiamo accogliere la loro legittima aspettativa di vivere pienamente la propria vita, i propri sogni, le proprie speranze. E dobbiamo accompagnare le loro famiglie in questo percorso, perché sia il più semplice e condiviso possibile. Perché i diritti e l'aspirazione di tutti i cittadini abbiano uguale valore e uguale dignità".