La Borsa di Milano torna sui livelli registrati un anno fa, all'inizio del 2015, intorno a quota 19000. E neppure la corsa al ribasso del prezzo del greggio sembra arrestarsi. Il petrolio è quotato stabilmente sotto i 30 dollari al barile, a 29,50. L'economia cinese, la panacea per tutti i mali delle traballanti economie europee e non solo, segna il passo ed il dragone sta perdendo denti e artigli, seminando paura e incertezza su tutti i mercati, non solo quello italiano. A conferma di questo, l'indice che misura la volatilità implicita delle opzioni sullo S&P 500, il Vix, sta indicando uno scenario di tensione e volatilità che fa prevedere tendenze ribassiste. In questo quadro non certo esaltante, l'Istat ha pubblicato il valore relativo all'indice dei prezzi al consumo per dicembre 2015 che è rimasto invariato rispetto al mese precedente e aumentato dello 0,1% rispetto a dicembre 2014. Con questo dato, l'inflazione in Italia rallenta per il terzo anno consecutivo, registrando un +0,1% rispetto al +0,2% del 2014. Un dato che fa sorgere dubbi sull'ottimismo mostrato dal governo sulla ripresa dei consumi interni e sulla possibilità di mantenere gli impegni sui conti pubblici presi con l'UE.