In una nota congiunta, CEPI, GAVI, OMS e UNICEF hanno comunicato che il piano COVAX, entro il 2021, permetterà di "avere accesso" a 1,425 miliardi di dosi di vaccino che, nel primo trimestre del 2022, raggiungeranno il traguardo di 2 miliardi.
"12 mesi fa", è riportato nel comunicato, "il mondo ha iniziato a supportare COVAX, un’iniziativa multilaterale che ha l’obiettivo di garantire l’accesso globale a vaccini salvavita contro il COVID-19. Con il supporto della comunità internazionale, COVAX ha da subito cominciato a procurare fondi, entrare in trattative con gli sviluppatori e i produttori di vaccini e ad affrontare la serie di sfide tecniche e operative associate al lancio del più grande e complesso programma di vaccinazione della storia. COVAX ha già raggiunto risultati significativi: sono stati raccolti oltre 10 miliardi di dollari; sono stati sottoscritti impegni giuridicamente vincolanti per un massimo di 4,5 miliardi di dosi di vaccino; 240 milioni di dosi sono state distribuite in 139 paesi in soli sei mesi. Ma la situazione globale dell’accesso ai vaccini contro il COVID-19 è inaccettabile. Solo il 20% delle persone nei paesi a reddito basso e medio basso ha ricevuto una prima dose di vaccino rispetto all’80% nei paesi a reddito alto e medio alto. Nei mesi critici durante i quali COVX è stato creato - sono stati coinvolti i partecipanti, sono state raccolte le domande e abbastanza denaro per concludere accordi di acquisto anticipato di vaccini - gran parte della fornitura globale iniziale era già stata acquistata dalle nazioni ricche. Oggi, la capacità di COVAX di proteggere le persone più vulnerabili del mondo continua a essere ostacolata da divieti di esportazione, dalla priorità data agli accordi bilaterali da parte dei produttori e dei paesi, dalle sfide in corso per ampliare la produzione da parte di alcuni produttori chiave e dai ritardi nel ricevere l'approvazione normativa. Secondo l’ultima previsione di fornitura, COVAX prevede di avere accesso a 1,425 miliardi di dosi di vaccino nel 2021, nello scenario più probabile e in assenza di un'azione urgente da parte dei produttori e dei paesi ad alta copertura per dare la priorità a COVAX. Di queste dosi, circa 1,2 miliardi saranno disponibili per le economie a basso reddito che partecipano al COVAX Advance Market Commitment (AMC). Sono abbastanza per proteggere il 20% della popolazione o il 40% di tutti gli adulti, in tutte le 92 economie che partecipano all’AMC, ad eccezione dell’India. Oltre 200 milioni di dosi saranno destinate ai partecipanti che si auto finanziano. Si stima che il traguardo di COVAX di 2 miliardi di dosi disponibili per la distribuzione verrà raggiunto nel primo trimestre del 2022. Oltre a lavorare duramente con i governi partecipanti per assicurare che ci siano le condizioni sul campo per facilitare un’efficace distribuzione dei vaccini, COVAX e i suoi partner fanno appello ai donatori e ai produttori affinché riprendano il loro sostegno e prevengano ulteriori ritardi nell'accesso equo garantendo che:
- I produttori forniscano le consegne a COVAX secondo impegni precisi e garantiscano trasparenza circa i tempi di disponibilità per permettere ai paesi di pianificare con anticipo.
- Laddove i paesi siano più avanti rispetto a COVAX nella lista d’attesa dei produttori e abbiano già raggiunto un'alta copertura, cedano il loro posto a COVAX in modo che i suoi partecipanti possano accedere alle dosi già assicurate tramite contratti di fornitura e consegnare i vaccini dove sono più necessari.
- Espandere, accelerare e sistematizzare le donazioni di dosi dai paesi che sono già a buon punto nei loro programmi di vaccinazione. Questo include assicurare che le dosi siano disponibili in volumi più grandi e prevedibili, con una durata di conservazione più lunga - riducendo l'onere per i paesi che cercano di prepararsi per le consegne.
Mentre la pandemia di COVID-19 continua a mietere vittime, distruggere mezzi di sussistenza e bloccare la ripresa economica, continuiamo a sottolineare che nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro. C'è solo un modo per porre fine alla pandemia e prevenire l'emergere di nuove e ostinate varianti, e questo è lavorare insieme".
E proprio in funzione delle preoccupazioni espresse nella nota, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, a inizio settimana era intervenuto in conferenza stampa a Ginevra per ricordare che
"la terza dose può essere necessaria per le fasce delle popolazioni più a rischio, come gli immunodepressi, dove viene registrato un calo dell’immunizzazione offerta dalle dosi iniziali. Ma, per ora, non vogliamo vedere un uso diffuso di richiami per persone sane che hanno completato il loro ciclo vaccinale",
raccomandandone la somministrazione a partire dal 2022.
Crediti immagine: Unicef